HOME non è mai politica attuale la parola dei profeti disarmati, ma in un popolo ci vogliono i politici attuali e i politici inattuali, e se i primi sono giudicati savi e i secondi matti, ci vogliono i savi e ci vogliono i matti, e guai ai popoli che hanno solo i savi perché spetta di solito ai matti porre e coltivare i germi della politica avvenire (B. Croce)
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Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

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lunedì 27 ottobre 2008

Perché lo sciopero del 30 ottobre è contro la scuola

° Il sistema scolastico italiano ha, da tempo, urgente bisogno di essere riformato: siamo ai primi posti, tra i Paesi dell’Ocse come spesa per l’istruzione, ma tanta spesa non incide sulla qualità. Il numero di ore di lezione degli alunni supera del 20% la media dei paesi Ocse, ma ai primi posti per la qualità dell’apprendimento vi sono Paesi dove si sta a scuola molto meno.
° Per rispondere alla emergenza educativa è indispensabile tenere conto della domanda di istruzione e di educazione che proviene dai giovani di oggi e dalle loro famiglie. Per questo è prioritario dare attuazione all’autonomia costituzionale prevista per le scuole, assicurando alle stesse veri organi di governo e risorse dirette. Gli altri cambiamenti verranno come diretta conseguenza: drastica riduzione di norme; livelli essenziali di apprendimento; carriere per i professionisti della scuola con effettivo riconoscimento del merito e delle prestazioni; dirigenza scolastica messa in grado di rispondere dei risultati; moderno sistema di valutazione che aiuti le scuole a migliorare.
° Una prospettiva di così ampio respiro necessita di tempi lunghi. Occorre dunque un impegno costante per il bene comune da parte di tutte le forze sociali e politiche autenticamente riformiste. Per questo è necessario che anche i sindacati, anziché condurre battaglie di retroguardia dannose per tutti, tornino ad impegnarsi per il bene comune. Lo sciopero generale indetto dai sindacalisti per protestare contro la riforma della scuola esprime più debolezza che forza. E’ la rievocazione di una mitologia sindacalista che vedeva nello sciopero generale il momento della mobilitazione totale come preludio della rivoluzione. La scuola, così, viene trasformata in una cinghia di indottrinamento delle menti più giovani e perciò indifese. Gli slogan lanciati in questi giorni e irresponsabilmente depositati sulle bocche degli studenti spinti in piazza a manifestare contro chi oggi è chiamato a governare, appaiono strumentali e ridicoli, tanto più perché gridati in difesa di una scuola italiana di cui tutti, in questi anni, si sono lamentati.
° Dobbiamo informare chi non lo sa, che misure prese dall’attuale Governo in realtà, non si scostano, nei principi ed in molte proposte, da quelle suggerite dal Quaderno Bianco dei ministri Padoa-Schioppa e Fioroni, nella prospettiva del vincolo di pareggio entro il 2011 richiesto all’Italia dall’Unione europea. La razionalizzazione di spesa all’interno di un sistema tanto elefantiaco quanto improduttivo è urgente e indispensabile. I provvedimenti approvati a favore di interventi per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti ne costituiscono un primo significativo segnale.
° Non aderiamo allo sciopero del 30 ottobre perché non ne condividiamo le motivazioni. Non possiamo accettare le posizioni corporative di un certo sindacalismo che, guidato in particolare dalla CGIL, continua ad opporsi, per ragioni di mero potere, a qualsiasi serio tentativo di cambiamento del sistema di istruzione nazionale. L’istruzione è un bene di tutti: per questo è indispensabile che ogni seria riforma si costruisca attraverso il dialogo con le componenti “reali” della scuola.
Prof.ssa Gabriella CaronnaPresidente del gruppo F.I. verso il PDL in Provincia di Terni

sabato 25 ottobre 2008

Dipendenti comunali come bradipi?

La vicenda dello striscione contro il decreto Gelmini esposto sulla facciata della biblioteca comunale di Terni, considerando le rilevanti energie profuse dalla sinistra nella propaganda contro il Ministro Gelmini e quindi considerando prevedibile il comportamento un po' sopra le righe di qualche giovane contestatore, dimostra complessivamente una condotta corretta dell'Assessore Berrettini che ha ordinato la rimozione, anche se c'è stato bisogno di un comunicato di protesta dei Consiglieri Nevi e De Sio. Divertente è invece la lettura a contrario della nota ufficiale emessa dall'assessore per illustrare la vicenda, quando, per un eccesso di zelo (di paglia), dice "Subito mi sono attivata affinché lo striscione fosse rimosso ... Da una indagine svolta tra il personale in servizio ho poi verificato che presumibilmente lo striscione era stato affisso tra le ore 12/12,30 e le 13,50 (ora della rimozione) poiché in precedenza non era stato notato." Pertanto sembra di capire che lo striscione potrebbe essere stato affisso, in un palazzo comunale in piena attività, con la presenza di tutto il personale assegnato al proprio posto, a mezzogiorno e notato dopo quasi due ore. Se le cose stanno così per velocizzare l'attività della biblioteca si può provare ad assumere dei bradipi o anche dei ghiri.
Paolo Cianfoni
(foto bradipo autore mrwlf84 fonte flickr)

sabato 18 ottobre 2008

Appunto sull'ambiente

I movimenti ecologisti sostengono idee astrattamente sacrosante (i rifiuti è meglio riciclarli che bruciarli, l'energia nucleare produce scorie inquinanti, ...) come fa un cittadino normale a non concordare?
Non è un caso che gli ambientalisti siano spesso di sinistra, perché questi ragionamenti presuppongono due concetti (errori) molto confacenti alla sinistra italiana: 1) l'astrazione ideologica e 2) la deresponsabilizzazione rispetto al sistema mascherata da responsabilizzazione del singolo.
1) Astrazione ideologica
E' logico che, in astratto, è meglio riciclare i rifiuti piuttosto che bruciarli. ma le tonnellate di rifiuti che si stanno producendo in Italia mentre leggi queste righe che fine stanno facendo? Quelli prodotti in Umbria stanno andando alla discarica di Orvieto, che prima o poi si esaurirà, solo in piccola parte saranno riciclati. La domanda concreta è, quindi: la gran massa dei rifiuti che non sono stati riciclati è meglio metterli in discarica o negli inceneritori? Mentre per il futuro certamente occorre aumentare la quota dei rifiuti riciclati, ma anche in relazione a questo sarà possibile avere risultati concreti, solo con iniziative concrete: premi alle amministrazioni comunali che riciclano e sanzioni a quelle che non lo fanno (non ai cittadini), ecc.
In effetti gli ambientalisti campani che dicevano no agli inceneritori perché inquinanti cosa hanno ottenuto? Hanno riempito le strade di rifiuti, cioè il più grande disastro ambientale dell'Italia moderna.
2) deresponsabilizzazione
Dire che il riciclaggio si otterrà con una generale operazione culturale è giusto, ma è astratto e finisce per diventare un alibi. La sinistra di solito propone come soluzione che il cittadino si adegui, ma cosa fanno le amministrazioni per ottenere questo cambio di comportamenti? Di solito nulla che non sia un po' di propaganda. E' responsabile dire che le centrali nucleari sono inquinanti e condannare un paese manifatturiero come l'Italia alla carenza di energia almeno a prezzi accettabili? Così facendo si ottiene in realtà quasi nessun vantaggio ambientale, mentre di sicuro un concreto aumento della disoccupazione e preoccupanti dipendenze economiche da determinati Paesi.
Si possono costringere per decreto le industrie europee a emettere meno sostanze inquinanti aggravando i costi della produzione, mentre nei Paesi emergenti non ci sono limiti all'inquinamento e allo sfruttamento? Fare così significa in realtà aumentare la quota di beni prodotti nei paesi con industrie maggiormente inquinanti e disumane, e diminuire quella prodotta in Europa dove le industrie sono meno inquinanti e più umane.
Ecco perché a fare le cose che dicono gli ambientalisti ideologizzati e deresponsabilizzanti (e tanti burocrati di Bruxelles) , sembra di fare bene, ma si ottiene l'esatto contrario.