HOME non è mai politica attuale la parola dei profeti disarmati, ma in un popolo ci vogliono i politici attuali e i politici inattuali, e se i primi sono giudicati savi e i secondi matti, ci vogliono i savi e ci vogliono i matti, e guai ai popoli che hanno solo i savi perché spetta di solito ai matti porre e coltivare i germi della politica avvenire (B. Croce)
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Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

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giovedì 29 novembre 2007

3° Congresso FI Terni - Bruschini


Intervento del Dott. Sergio Bruschini, Capogruppo FI al Comune di Narni, Presidente Vicario del Circolo Conca Ternana, al 3° Congresso Prov.le FI di Terni, 25/11/2007


"Forza Italia sarà il tronco, il ceppo, la base su cui costruire quello nuovo". "Forza Italia ha le sue strutture e i suoi coordinatori che non devono essere toccati in alcun modo". Lo ha ribadito questo pomeriggio il presidente Silvio Berlusconi nel corso della riunione alla Camera con i parlamentari azzurri.
Forza Italia sarà l’asse portante del cammino di fondazione del nuovo partito, che avrà luogo a partire dalle prossime settimane. Il 2 dicembre i gazebo di Forza Italia saranno ancora nelle piazze per far scegliere ai cittadini il nome della nuova formazione politica, che nei sondaggi di ieri e questa mattina è valutata al 37%

Grande idea il nostro presidente
Ha sparigliato,le meline di AN e UDC
A tolto lo scettro di protagonista a veltroni e al pd
A ridato vigore ad un popolo che voleva un colpo di reni

L’idea è grande..ma ricordiamoci che un popolo..un partito è fatto di uomini..di persone..che sono coloro che hanno animato i gazebo..che hanno risposti all’appello operativamente sono coloro che sono in questa sala

E guardate che qui non c’è nessun parruccone ..non abbiamo posti al sole..non abbiamo prebende..non abbiamo da anni nemmeno un segretario

Tutto ciò che abbiamo e che ci siamo conquistati è l’eventuale elezione ..con il consenso del popolo candidandoci e servendo il nostro partito fi il movimento
NOI SIAMO GIA IL PARTITO POPOLARE
SIAMO COLORO CHE GLI HANNO GARANTITO GAMBE E TESTA E VOGLIONO CONTINUARE

Innanzi tutto è importante e fondamentale ricordare lo spirito che ci ha spinto ad intraprendere la strada del "far politica".
Valori e obiettivi quali
voglia di esserci,
onestà
trasparenza
liberismo
democrazia
pluralismo
nelle e delle istituzioni erano, come sono, le basi di questo cammino.
Per concretizzare le idee espresse c’è bisogno di unire le forze cercando un maggior coinvolgimento della base e della periferia: una periferia carica di entusiasmo e di risorse, ma dimenticata e lasciata troppe volte sola senza informazioni e direttive chiare e precise senza che le venisse esplicitato il progetto politico di Forza Italia.

Per questo quello che è necessario è la presenza attiva e determinante di Forza Italia all’interno del dibattito politico provinciale.
Quali sono le nostre prese di posizione nei confronti di temi cruciali, quali la provincializzazione di alcuni servizi, la Sanità, la riforma della Pubblica Amministrazione, l’economia provinciale, il non-profit e altro?
Ecco perché chiedamo di operare per una scelta forte e coraggiosa che si deve esprimere prima di tutto nell’individuare un progetto che sappia rilanciare il nostro Movimento e che sappia indirizzare le molte risorse che abbiamo, verso un unico obiettivo politico.

Le contrapposizioni che si sono, purtroppo, manifestate specialmente nell’ultimo periodo e le ripicche personali hanno alimentato un clima di incertezza e di demoralizzazione.
Le ripicche, antipatie e gli odi personali non pagano.
Le contrapposizioni frenano e inacidiscono la situazione e gli animi.
Il Movimento ha bisogno invece di ricompattazione e revisione.

Per ottenere ciò occorre che la macchina organizzativa sia messa a punto strutturalmente.
Occorre aprire le porte a nuove risorse umane e intellettuali e recuperare chi si è allontanato non definitivamente.
Già molte persone si sono dichiarate disponibili a dare il loro contributo, molte altre stanno a guardare per intervenire poi.

I cittadini richiedono e hanno bisogno di una intensa presenza sul territorio dei nostri rappresentanti nelle Istituzioni .
Il lavoro sul territorio innesca inevitabilmente una reazione a catena di stima e considerazione nei confronti delle persone che si rendono disponibili, a tutto vantaggio del partito.

La tensione che invece si riscontra è da attribuirsi al fatto che non si è attivato un serio confronto nelle scelte politiche.
Ciò è aggravato dal fatto che agli occhi della gente si manifesta una confusa e precaria politica il tutto completato dallo smarrimento di una indefinita attività amministrativa locale.

Nella politica locale è necessario un democratico confronto con tutte le forze politiche, mantenendo le giuste distinzioni e rispettando, in un contesto di reciproco rispetto, le altrui opinioni sia nella forma che nella sostanza.
Occorre riguadagnare la stima e la considerazione dei partiti che possono diventare alleati nel futuro governo della Provincia e del comune.

Per questo dopo il congresso e dopo un intenso confronto all’interno di Forza Italia bisognerà rapportarsi con tutte le forze presenti nel panorama politico regionale, valutando le possibili alleanze preferendo quei partiti che non solo a parole ma anche nei fatti, si dimostrano non centralisti e assistenzialisti ma autonomisti, federalisti, liberisti e solidali.

Dobbiamo recuperare la autentica posizione politica, che ci colloca senza dubbio come una forza moderata, ma innovativa rispetto agli attuali assetti politico-istituzionali. Per iniziare è necessario il coinvolgimento di tutti gli alleati del Polo della Libertà, confrontandosi con loro alla pari e con l’arroganza dei numeri.

Il partito ha bisogno di un radicale cambiamento nella giusta continuità in funzione dei prossimi impegni elettorali e nell’evoluzione della situazione politica locale che necessita di una accelerazione per le necessarie scelte che sono nelle aspettative della gente

Per progettare il futuro occorre ragionare globalmente conoscendo il passato e cercando di non ripetere gli errori commessi.
Per realizzare tutto ciò cosa serve?

Servono idee e obiettivi con programmi e progetti per poter entrare nel dibattito politico con proposte in tema di sanità, viabilità, scuola ...

Servono uomini con partecipazione, confronto interno e dialogo con chi la pensa diversamente per avere stimoli nuovi, idee nuove ...

Servono numeri perché l’obiettivo finale è quello di governare per realizzare le idee che ci hanno spinto a fare politica: idee di libertà, di autonomia e di federalismo vero. Per avere i numeri occorre trovare convergenza su linee programmatiche di governo con gli altri partiti: poche linee ma buone!

Seguendo queste indicazioni si può concretizzare quell’area alternativa alla sinistra
Liberismo, democrazia, autonomia e federalismo sono parole cariche di contenuti. Parole che troveranno concretezza nel prossimo futuro.
Verranno tempi difficili carichi di tensione. L’impegno di tutti noi, dovrà essere anche quello di contenere gli eccessi e mantenere, se possibile, serenità nel partito .
L’obiettivo è sicuramente colmo di impegni e di momenti di aggregazione;
necessario è il dibattito senza personalismi;

indispensabile è il lavoro rispettando i ruoli di ciascuno, in cui gli interessi personali devono cedere il passo alla costruzione di un grande progetto politico in cui tutti noi possiamo riconoscerci


Per quanto attiene le priorità da realizzare evidenziamo i seguenti punti:
visibilità esterna con precise prese di posizione ed assunzione di responsabilità;


progettualità politica accompagnata da una ben definita linea politica aperta al dialogo con le altre forze senza preclusioni con particolare attenzione a quelle di centro;


corresponsabilità ed organicità interna:
dibattito e democraticità;
valorizzazione delle periferie;
lavoro sul territorio con subitanea comunicazione interna;
massimo rispetto dei componenti interni.


Rapporti con gli alleati
Va ristabilito un giusto ed equilibrato confronto con gli amici della cdl ,in termini di progetto e di costituzione in prospettiva di un unico movimento.

Forza Italia non ha potuto esprimere in diverse realtà territoriali la candidatura a sindaco,narni una di queste, pur avendo le carte in regola,lavoreremo perché gli errori e le circostanze che hanno impedito ciò non si ripresentino in futuro .

Realizzazione di manifestazioni congiunte su temi forti,che interessano la città e il panorama politico nazionale.


Non si può più impostare la scelta di candidature a prescindere dai meriti e dal lavoro svolto nel movimento basandosi solo sulla società civile come fosse un valore aggiunto a prescindere


In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica.Gandhi


Nuovo partito

Silvio Berlusconi annuncia la nascita di una nuova formazione politica, lo scioglimento di Forza Italia nella nuova realtà e apre la porta al dialogo con “l’altra parte se - spiega - avanzerà proposte o dirà di sì alle nostre”.

Oggi - ha scandito, quasi coperto dai cori e dagli applausi - nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo delle libertà: il partito del popolo italiano. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo. Chiediamo a tutti - ha aggiunto - di mettere da parte ogni timore ed ogni remora: questo è quello che la gente vuole”.

Se la sinistra mi fa una proposta del tipo: questa è la legge elettorale, approviamola e poi ci impegniamo tutti ad andare alle elezioni, per me si può fare”.

Ma quando c’è una situazione che vede le due coalizioni divise e sempre in guerra al loro interno, con i protagonisti che non ragionano in termini unitari, ma pensano solo alle loro carriere e al loro successo personale, bisogna prendere atto che il bipolarismo non è realizzabile

E nel centrodestra “le vicende di questi giorni dimostrano che abbiamo gli stessi problemi. Ed è un vero peccato”. Un’amarezza che nelle parole dell’ex premier assume anche toni forti: “mi sono rotto le scatole

… Per cui a questo punto cambiano tutte le prospettive. Io ho sposato il maggioritario anche per difendere i partiti della coalizione che in un sistema proporzionale non conterebbero più niente. A cominciare da An. Loro, invece, hanno assunto un atteggiamento pazzesco: voglia di dividere e accuse incomprensibili.

E invece... sono andati a dire che quando passa in Parlamento la legge Gentiloni la faremo pagare a Mediaset.

Cosa dire/Perché il Partito delle libertà
Perchè è il naturale contenitore politico di ciò che vuole il popolo di centrodestra.

Perchè la sfida del rinnovamento che viene dalla nascita del Partito democratico non può essere raccolta con i vecchi strumenti

Perchè non si pone CONTRO qualcuno o qualcosa, ma PER fare. Non si pone in alternativa agli altri partiti del centrodestra, ma si offre come contenitore di tutte le sensibilità che non vogliono lasciare questo paese nelle mani del Governo Prodi e dei suoi alleati comunisti

Perchè se è vero com’è vero che l’Italia ha una fame assoluta di riforme, la prima riforma deve venire proprio dal mondo politico. Che non può nascere dalle proposte demagogiche di un Grillo, ma un’idea vera

Cosa dire/Perché è il Partito della gente
Quando una crisi politica arriva al punto di non ritorno, come accade ora in Italia, la strada maestra in democrazia è il ricorso alla volontà popolare. Una strada resa per il momento impraticabile dai giochi di un Palazzo che è sempre più incapace di ascoltare gli umori del Paese.

Il Partito del Popolo della Libertà è l’unica risposta possibile alla confusione in atto e alla frammentazione partitica.

Il Ppl nasce infatti nel modo più democratico possibile, cioè dal basso, e non attraverso una fusione fredda tra partiti com’è avvenuto a sinistra col Partito Democratico. Il nostro è un partito liberale di massa, si forma sul ceppo di Forza Italia e dei Circoli della libertà e del buongoverno, e dunque nasce dall’incontro della politica con la società civile.

Il Partito del Popolo della Libertà sarà il partito del rinnovamento e delle riforme. Appena saranno maturate le necessarie condizioni politiche, il posto a capotavola sarà nostro.

Terni, 25/11/2007

Sergio Bruschini

mercoledì 28 novembre 2007

Congresso FI provinciale di Terni - Mozione Biscetti

Intervento di illustrazione della mozione congressuale del Dr. Fabio Biscetti, eletto Coordinatore provinciale FI di Terni, 25/11/2007

I troppi anni di commissariamento, in cui torti e ragioni hanno finito con l’annullarsi e comunque ormai col perdere ogni significato, ed un sistema amministrativo e sociale asfissiato in Umbria e a Terni dall’egemone regime comunista e post-comunista, hanno concorso a determinare obiettive condizioni di particolare difficoltà per chi si è trovato ad organizzare e gestire l’era post-Ciaurro; hanno rappresentato un grave freno, un ostacolo reale a quel processo di crescita al quale, così come a livello nazionale, anche localmente Forza Italia sarebbe dovuta andare soggetta, ma seppur parzialmente sono stati, e ormai non possono esserlo più, anche un alibi.
Da tempo (e, per memoria storica e verità, soprattutto per merito di chi ha tenuto le posizioni e si è fatto carico, pur con tutti i limiti che possono essergli addebitati, di rappresentare all’esterno e nelle sedi istituzionali il Partito) si sono determinate condizioni diverse e positive e su Forza Italia si sono di nuovo accese le luci e le aspettative della pubblica opinione e a noi guardano con attenzione parti vaste del tessuto sociale e parti importanti del tessuto produttivo della Città e della Provincia.
Le celebrazioni di tutti i Congressi comunali quindi si sono rivelate come l’opportuna occasione per una riflessione vera, senza ipocrisie sul nostro passato, presente e soprattutto sul nostro futuro politico, sul senso del nostro impegno in politica; quello provinciale che celebriamo oggi aveva gia in se il significato di uno snodo spartiacque rispetto ad una fase politica ormai da chiudere ed una nuova da aprire.
Nessuno, fino ad una settimana fà, avrebbe però mai potuto anche solo immaginare che, oltre al valore alto di momento cementazione di rigenerati e ricompattati entusiasmi a cui dare motivazioni in prospettiva, avrebbe addirittura assunto il senso entusiasmante di partecipare ed essere chiamati a svolgere un ruolo attivo da protagonisti di una svolta politica epocale, per certi versi storica derivata dall’accelerazione, dalla scossa imposta dal Presidente Berlusconi all’impaludato, ed ormai avvitato su se stesso, sistema politico nazionale.
E’ ovvio che tutto questo è impossibile non abbia ripercussioni anche a livello locale; ecco allora che le condizioni di difficoltà di ieri si sono trasformate di colpo nella grande opportunità di oggi, rappresentano la sfida che, ormai senza alibi, dobbiamo dimostrare di saper raccogliere e vincere.
E a parer mio la sfida consiste nel concorrere, a partire dal territorio, dalle solide fondamenta di Forza Italia, a costruire una grande forza, una grande casa, un grande partito unico di tutti i moderati di ispirazione liberale, riformista, cattolica. Un grande e vero partito di popolo che semplificando il campo del centro-destra si pone come soggetto proponente un grande progetto di riforma del quadro politico nazionale, per chiudere quella fase di transizione perenne avviata e mai conclusa dalla stagione di tangentopoli, normalizzando così il Paese come tutte le democrazie occidentali avanzate, permettendogli di rimettersi in moto.
Oggi l’Italia, che dagli anni ’90 ha dapprima frenato, poi si è fermata, infine ha iniziato a regredire e perdere competitività in tutti i campi, è un paese in difficoltà e l’Umbria e la nostra Provincia lo sono ancora di più: gli indicatori economici e sociali in tema di spesa pubblica, pressione fiscale, qualità dei servizi, ricchezza pro-capite, vecchie e nuove povertà, infrastrutture, sicurezza ci dicono impietosamente che la nostra Regione, ed il territorio ternano in particolare, si sono da tempo pericolosamente incamminati in una direzione opposta a quella giusta con dati che si avvicinano sempre più a quelli tipici delle regioni del Sud d’Italia.
Per chi ritiene che a tutto ciò non è più possibile assistere da spettatori rassegnati, per chi ambisce a dare un suo qualificato contributo è giunto il momento di metterci la faccia.
Il Paese e in particolare, per quanto ci compete, il nostro territorio e i nostri comuni necessitano, ci chiedono una grande “rivoluzione” culturale che affermi un modello nuovo di governo, di società , di sviluppo; un modello che non può che rispondere ad un’impostazione vera, reale di stampo liberale e riformista.

E per questo serve a tutti i livelli l’impegno di persone credibili, capaci di proporre idee nuove e soluzioni; un impegno quotidiano, serio, professionale, anche se non potrà e non dovrà mai essere una professione; un impegno quotidiano da profondere in due direzioni: l’organizzazione ed il radicamento del Partito sul territorio, il proseguimento ed il potenziamento dell’azione e della proposta politica tra la gente e nelle Istituzioni.
Ma per fare questo bisogna da un lato prepararsi, dall’altro sapersi proporre e farsi riconoscere come soggetto serio e capace.

Anche chi rappresenta localmente quello che è già oggi, lo sarà ancor più domani, il primo partito d’Italia deve sapersi attrezzare ed accreditare come punto di riferimento riconoscibile, e soprattutto credibile ed affidabile, per tutti coloro che sono portatori di una visione della società fondata sul primato dei diritti dell’individuo e sulla valorizzazione delle capacità e dei talenti di ognuno garantita da basi di partenza e opportunità uguali realmente per tutti; un partito che non abbia paura, anzi ricerchi, processi di apertura e crescita che possono essere realizzati solo se saremo capaci di elaborare una proposta politica credibile, un nostro modello di amministrazione pubblica, una nostra “idea di città” per tutte le città del territorio realmente alternativa a quanto da sempre imposto dalla Sinistra; una proposta politica derivata dalle capacità di serio approfondimento dei temi e di attenzione e disponibilità alle esigenze quotidiane delle persone.
Su questa proposta nel contempo dovremo essere capaci di attrarre soggetti, energie nuove da coinvolgere in un processo di formazione e selezione di classe dirigente non più (stante anche le contingenze del passato) forzatamente basata solo sugli eletti e sui rapporti di vicinanza e contiguità, ma su criteri meritocratici in termini di conoscenza dei temi, di capacità ad aggregare consenso, di disponibilità al lavoro, di tempo, di apporto di risorse, di spirito di servizio a vantaggio del Partito e del progetto innovatore di cui è portatore; una classe dirigente emergente dal basso che garantisca efficienza, ricambio e quindi continuità di presenza nella vita politica del territorio.
Un’unica “squadra” dove le legittime aspirazioni dei singoli sono messe a sistema di un unico progetto nel quale tutti debbano sentirsi coinvolti ed al quale tutti debbano sentirsi vincolati.

Meritocrazia, democrazia interna e gioco di squadra le uniche regole, però imprescindibili ed dalle quali, da oggi, a nessuno sarà più concesso derogare.

Sul piano della azione politica il primo sforzo dovrà vederci impegnati nell’attivare strumenti di monitoraggio, approfondimento delle problematiche che investono i vari settori del nostro tessuto sociale e produttivo così da recuperare da un lato la cronica mancanza di rapporti e dialogo con troppi ambienti lasciati in mano alla Sinistra, dall’altro per mettere il livello politico nelle condizioni di elaborare proposte efficaci capaci di intercettare il consenso.
Ineludibile in tal senso una reale attivazione dello strumento dei Dipartimenti di Studio sui principali temi e settori del nostro territorio:

· Salute, intesa come qualità della vita e dell’ambiente; segnatamente al tema dei rifiuti, le nostre posizioni di sempre, prima avversate, oggi sono divenute le posizioni anche di parte del popolo della sinistra, che purtroppo per lui non vede rispondenza tra le enunciazioni di piazza dei suoi rappresentanti ed i loro comportamenti nelle sedi istituzionali;

· Sociale, non più approcciato con la visione assistenzialista della Sinistra e dei suoi “professionisti del disagio”, ma più tangibilmente vicino a chi ne ha effettivamente diritto e che dia ai cittadini la possibilità di decidere autonomamente verso quali situazioni di bisogno indirizzare le risorse direttamente poste nella loro disponibilità;

· Politica Edilizia sia per gli alloggi che per le scuole, ferma da anni, a differenza dei tanti progetti di varia, e dico io discutibile, accoglienza; una politica per gli alloggi e per le scuole da reimpostare per garantire risorse e diritti soprattutto a quei cittadini che per contro assolvono anche ai doveri;

· Politiche per la Sicurezza intese come contrasto e tolleranza zero verso tutte le forme di illegalità, tema purtroppo di drammatica attualità, sempre al centro della nostra sensibilità e proposta politica; una proposta politica senza nessun cedimento ipocrita al permessivismo e al buonismo “politicamente corretto” di cui la Sinistra ha fatto una filosofia di vita ed i cui effetti adesso sono sotto gli occhi di tutti;

· tema del clientelismo, degli sprechi e della moralizzazione della Politica, per far sentire tutti i cittadini uguali e non distanti dalla gestione della cosa pubblica, tema questo strettamente connesso a quello della riorganizzazione della macchina amministrativa, da deburocraticizzare sulla base di criteri di meritocrazia ed efficienza; macchina amministrativa all’interno della quale premiare e motivare chi garantisce impegno e capacità e da mettere in condizione di produrre risposte in tempi reali ai cittadini ed al mondo del lavoro;

· Infrastrutture, terreno sul quale il mondo del lavoro e dell’ impresa da tempo immemorabile attendono supporto dalle Amministrazioni; priorità in tal senso sono la trasformazione in autostrada della E45, , il miglioramento della Flaminia Terni-Spoleto, il raddoppio ferroviario Orte-Falconara, il completamento del 3° e 4° lotto della Terni-Rieti, l’adeguamento del nodo autostrdale di Orte, la definitiva realizzazione del collegamento con Civitavecchia;

· Municipalizzate, vero e proprio buco senza fondo nei bilanci di spesa degli Enti, da restituire al ruolo di potenziali volani di sviluppo scindendo la proprietà dalle gestioni politicizzate, da affidare ai privati, per poi arrivare alla definitiva privatizzazione;

· Università, tutta ancora da consolidare e poi sviluppare attraverso scelte strategiche di fondo da contrattare con l’Ateneo perugino e con il Governo nazionale e regionale e sulla quale attuare scelte politiche di priorità anche in termini di investimenti ed infrastrutture;

· Cultura quella con la C maiuscola, prima risorsa su cui investire in nome dei giovani e della loro formazione e crescita, oggi purtroppo, soprattutto a Terni, vilipesa e svilita, ormai ridotta a voragine di spesa in nome del proselitismo e del clientelismo a favore di pochi “soliti amici”.

A partire dicevo dalla capacità di approfondimento su tutti questi temi e attraverso l’intessere e potenziare i rapporti e il confronto con le Associazioni di Categoria e di Rappresentanza che potremo svolgere il ruolo di collegamento tra le problematiche e le necessità del territorio e delle persone e gli organismi preposti all’elaborazione della proposta politica.


Un modello di partito cosi riorganizzato da esportare in tutte le realtà della Provincia che superi anche la visione capoluogocentrica della sua azione, rivolgendo attenzione e spazi di rappresentatività pure ai territori che, inevitabilmente, hanno esigenze e peculiarità diversificate e più ampie (penso ai temi dell’ambiente, del turismo, dei collegamenti, della riorganizzazione degli enti di secondo livello, del mondo agricolo e di quello venatorio solo per fare alcuni esempi…). Un Partito da consolidare laddove sono già esistenti i Comitati comunali di Forza Italia, da radicare in tutte le realtà scoperte.
Ma la visione capoluogocentrica deve essere superata anche a livello regionale dove Terni rivendica rappresentanza nei massimi ruoli istituzionali e di partito.

Una Partito nuovo che solo così attrezzato potrà essere all’altezza ed assolvere a quel ruolo che il consenso elettorale già gli ha assegnato, ed ancor più gli assegnerà in futuro, di locomotiva di una grande rivoluzione politico-culturale che nel Paese, in Provincia e a Terni si pone in antitesi totale ed in alternativa al logoro potere della Sinistra.
Su questo e sul tema strettamente collegato dei rapporti con coloro che continuo a tutti gli effetti a ritenere gli alleati di sempre, non fosse altro perché portatori di comuni valori di riferimento, si impone una riflessione serissima e scevra da qualsivoglia emotività: i grandi processi, per certi versi gli sconvolgimenti che stanno accadendo a livello nazionale avranno tempi ed esiti ad oggi non preventivabili e soprattutto sui quali noi avremo pochissime, nulle facoltà di incidere.
A livello locale, sul territorio dovremo essere capaci, e ritengo sarebbe altrimenti da irresponsabili, di continuare, addirittura intensificare quel lavoro e quel metodo di confronto da tempo avviato e recuperato con gli alleati tutti, nessuno escluso. Dobbiamo fare forza su quello che da sempre ci ha uniti; non possiamo permetterci, tanto meno in realtà quali Terni e l’Umbria, l’interruzione, fosse pure solo il rallentamento del buon lavoro di opposizione e di alternativa al malgoverno della Sinistra.
In tal senso è mia intenzione di farmi promotore da domani stesso di un incontro con gli altri rappresentanti provinciali per verificare le condizioni di attivare quel tavolo permanente di confronto sui temi ed i problemi dei nostri territori, da sempre auspicato ed al quale spero di ritrovare seduti tutti, ma proprio tutti, gli alleati di sempre.

Non possiamo nasconderci le difficoltà di un impegno così gravoso e del lavoro che necessita per portarlo a compimento, ma chi ambisce ad avere un ruolo, a proporsi come classe dirigente non solo non può temere simili sfide, deve anzi sentirsi correre l’obbligo di assunzioni di responsabilità di fronte agli iscritti, agli elettori di riferimento, alle nuove generazioni per provare ad affrancare il nostro territorio, le nostre Città dal “giogo rosso” di un sistema di potere arrivato da tempo al capolinea e che, pur di non cedere il passo, sacrifica cinicamente gli interessi, le prospettive di sviluppo, le speranze della nostra Terni, della Provincia, della Regione che ormai non è più in grado di rappresentare.
Chi è qui oggi, nessuno escluso, questa assunzione di responsabilità l’ha gia sottoscritta e lo ha fatto attraverso una scelta chiara e convinta, con la capacità lungimirante di chi guarda al passato ed al presente, per costruire il futuro.
Un passato da depurare degli errori commessi e da cui recuperare i non pochi meriti e risultati conseguiti; un presente che, riunendo e ricoinvolgendo tutto il meglio che Forza Italia può esprimere in questa Città ed in questa Provincia, ricompatta intorno ad un progetto nuovo e condiviso, senza perdersi o lasciarsi per strada nessuno , tutti i protagonisti di sempre; un futuro in cui, come conseguenza coerente con una prospettiva di ampia inclusione e crescita ormai fatta propria, Forza Italia a Terni, individua si un mix fra figure di esperienza e volti nuovi, ma inequivocabilmente punta e investe su giovani che hanno gia dimostrato il loro valore, a testimonianza di una virtuosa logica di formazione, selezione e ricambio della classe dirigente.
Forza Italia a Terni come in tutto il Paese si sta preparando al meglio per trasformarsi nel soggetto, nel partito di popolo portatore di un vero progetto innovativo e modernizzatore del panorama politico, del sistema Paese.
Oggi senza averlo neppure potuto immaginare ci ritroviamo tutti imbarcati in una avventura, una sfida esaltante; il confronto torna finalmente a spostarsi sui temi e sul lavoro da fare, che è tanto, ma la sfida può essere vinta.
Terni, 25 Novembre 2007

Dr. Fabio Biscetti

martedì 27 novembre 2007

Congresso FI comunale di Terni - Mozione Brizi

Intervento di illustrazione della mozione congressuale del Dott. Federico Brizi, eletto Coordinatore comunale FI di Terni, 04/11/2007

Rivolgo a tutti i presenti un caloroso saluto ed un cordiale benvenuto per essere qui oggi a questo appuntamento.
Si tratta di un giorno molto atteso, spartiacque ultimo tra il passato ed il nostro futuro politico.
Da domani si volta pagina: finisce l’epoca dei commissari ed inizia quella dei comitati e dei coordinamenti.

Per tracciare un bilancio serio e fare anche una giusta autocritica che ci permetta di guardare oltre e affrontare con maggiore determinazione la sfida che ci proponiamo di modernizzare il nostro territorio, prima di tutto da un punto di vista culturale operando una vera e propria rivoluzione di idee, occorre avere piena cognizione dei punti deboli e dei punti di forza di questi anni appena trascorsi.
Sicuramente a differenza della sinistra abbiamo dimostrato una maggiore frammentazione come gruppo di persone e questo ha fatto sì che buona parte dell’elettorato moderato si disorientasse e non capisse il nostro messaggio politico.
Occorre avere noi una capacità progettuale da sottoporre ai cittadini, alle forze sociali ed economiche per lanciare la sfida alla sinistra, che spicca per la sua natura conservatrice ed intercettare così nuovo consenso.
Il nostro movimento ed il centro destra in genere ha mostrato limiti nella classe dirigente che ci hanno costretto spesso a mettere in campo anche persone trovate in poco tempo, con poca esperienza e quindi poco credibili.
Meccanismi di selezione di classe dirigente spesso insufficienti hanno aggravato ancor più la situazione e generato l’immagine di una Forza Italia composta – nel recente passato - da un somma di individualità, talora anche eccellenti, incapaci di fare sistema e di lanciare un autonomo progetto politico per il nostro territorio in contrapposizione alla sinistra.
Questi i nostri più grandi limiti, che ci apprestiamo a lasciarci alle spalle perché abbiamo finalmente maturato la capacità di fare sintesi, fare squadra, spinti dalla voglia di parlare più della nostra Città e dell’Umbria con le forze vive del territorio per assicurare una migliore prospettiva di sviluppo economico e sociale.

Sono fiero della nascita di questo nuovo Comitato comunale non solo rappresentativo da un punto di vista politico ma anche dei territori in cui la nostra Città è ripartita e che con onore ed orgoglio sono stato chiamato a guidare.
Da domani le cose si fanno serie: serve un impegno responsabile, continuo e diuturno. Le persone che vivono nella società occidentale, non hanno tempo per le vuote chiacchiere, per assistere al teatrino della politica, per assistere a scontri tra persone per motivi di carriera, sono invece disposte ad investire tempo solo per cose serie e se hanno la speranza che quel tempo possa poi portare a qualche soluzione, al servizio del proprio Paese, del proprio territorio.
Dobbiamo essere in grado di convincere tanti altri amici che l’Italia è un Paese in difficoltà, l’Umbria e Terni ancora di più. Serve quindi l’impegno di persone capaci, non di professionisti della politica, di cui la sinistra ci dà continuamente l’esempio, ma di gente che con spirito di servizio si dedichi alla propria terra per garantire un futuro propri figli ed ai tanti giovani.
E’ venuto il momento di scendere in campo, di dare battaglia.

La realtà che sta attualmente vivendo Terni ed il suo territorio è grave.
Le famiglie e le imprese versano in condizioni di oggettiva difficoltà, costrette a rivolgersi al mercato del credito, non per affrontare nuovi investimenti ma per andare avanti. Gravate da aumenti di tasse e tariffe in termini percentuali tra i più elevati d’Italia, vessate da tassazioni occulte: parcheggi a pagamento, T- RED, varchi elettronici. Sul fronte della sicurezza la situazione è ancora peggiore si pensi al caso dei campi nomadi, al cresciuto numero di reati. Drammatica la gestione della politica ambientale: continui sforamenti Pm10 ed il recente caso dei rifiuti sanitari. Si aggiunga a ciò l’allegra gestione della cosa pubblica tra parentopoli, concorsopoli ed amicopoli.
E’ questo il frutto della decennale amministrazione della sinistra, incapace di operare il Buon Governo del territorio, come dimostrato sia a livello nazionale che territoriale ed oramai talmente ubriaca di potere da credere questa Città “Cosa nostra”, da non distinguere più il piano politico da quello istituzionale e da piegare il Palazzo alle proprie volontà. Si tratta di una sinistra ormai vuota, priva di proposte e forte solo di una macchina organizzativa diramata sul territorio, ma ormai vecchia ed obsoleta.

Ma il sistema sta scricchiolando. La gente chiede infatti : “Cosa sta accadendo a questa Terni?”

E’ nostro dovere intervenire in questo momento, mai come ora gli occhi della Città sono puntati su Forza Italia, a noi guarda l’opinione pubblica, su di noi punta il tessuto produttivo di un territorio.
Rappresentiamo a livello locale il primo partito d’Italia, siamo portatori di quella sfida culturale lanciata nel ’94 da Silvio Berlusconi, innovativa di stampo liberale incentrata sul merito e sul valore della libertà.
I nostri valori sono rappresentati dalla tutela e pratica della libertà; dalla responsabilità che si intreccia con la libertà, che si sostanzia di diritti e di doveri; dal pieno rispetto della dignità della persona umana; dalla sacralità della vita; dalla concezione della famiglia come cellula primaria della società; dalla partecipazione del cittadino alle scelte del bene comune, che si estrinseca nel principio della sussidiarietà orizzontale; dal lavoro come espressione della persona ed individualità dell’uomo; dal comune sentimento dell’identità nazionale, orgogliosi di essere italiani.
Questi valori sono ancor oggi di scottante attualità, vincenti a tal punto che la sinistra alla ricerca di un’identità post comunista cerca di appropriarsene, rivestendoli di nuova forma. Ma la copia non è mai migliore dell’originale.

Possiamo, dobbiamo vincere la nostra sfida ed i confronti elettorali che ci aspettano tra qualche tempo.
Per far questo dobbiamo imboccare una direzione unitaria, senza mutare giorno per giorno le prospettive ed in modo da essere protagonista anche nei confronti degli alleati delle scelte strategiche. Si tratta di un approdo di lungo periodo, non di una navigazione a vista, giorno per giorno. Per questo dobbiamo pensare in grande e dedicarci con la stessa intensità alle piccole cose. Si può essere maggioranza o opposizione, ma sempre si deve offrire la certezza di una nave fatta a regola d’arte, affidabile, capace di affrontare anche lunghe rotte senza aver paura di arenarsi al primo intoppo.

Abbiamo quindi una grossa responsabilità che ricade sulle spalle di ognuno di noi.
Da oggi stesso dobbiamo organizzarci, in questo momento stiamo rifondando un gruppo di persone che in gergo si definisce partito.
Per costruire una struttura seria, una casa solida sotto il cui tetto ripararsi dobbiamo necessariamente convergere ed essere uniti su alcuni punti fondamentali.
Quale partito?
Un partito che deve essere
- aperto verso l’esterno, verso chiunque voglia dare il proprio contributo alla difesa dei nostri valori e voglia impegnarsi;
- autonomo rispetto ai condizionamenti esterni, che porti avanti il proprio progetto politico e sappia essere da motore trainante per tutta la coalizione di centro destra;
- propositivo e cioè non basi la propria azione solo sulla contestazione, ma sappia passare dalla protesta alla proposta;
- alternativo con la propria visione della società e della Pubblica Amministrazione basata sulla sussidiarietà orizzontale e verticale;
- radicato sul territorio, costruendo una vera e propria rete con riferimenti su tutta la Città e nei vari settori della società.
Un partito che deve basarsi sulla collegialità, ma dove si decide, basta con i personalismi, se ci si crede si deve portare avanti un’idea comune, parlare all’unisono con una sola voce: solo così attraverso una compattezza da falange macedone saremo in grado di ottenere risultati, mettere in difficoltà gli avversari, di essere autorevoli.
Un partito dove si va avanti grazie alle proprie capacità, per il quale si è pronti a sacrificare la propria visibilità personale per far prevalere il superiore interesse di Forza Italia, per il quale si deve essere pronti ad investire tempo e risorse. Dove ognuno è chiamato a dare il proprio contributo in termini di idee, dove si consenta l’affermazione delle idee vincenti, a spendere anche la propria credibilità personale e professionale. Un gruppo dove vige il merito della capacità aggregativi e di intercettare il consenso.
E’ la logica della squadra dove le capacità dell’uno sono messe a servizio degli altri reciprocamente per poter efficacemente portare avanti insieme un progetto politico comune e declinare quel sogno possibile che la politica deve rappresentare.
Per essere vincenti non basta aver superato la sfida valoriale ed aver costituito un contenitore.
E’ necessario compiere un approfondimento programmatico dei vari temi, costruendo dietro gli sloagans delle proposte serie, concrete e credibili, elaborate da esperti di ogni settore e con ciò dando vita ad una struttura fondata sui dipartimenti tematici.
Si tratta di un lavoro molto delicato, solo grazie ad un attento lavoro di monitoraggio e di approfondimento si potranno costruire proposte politiche da trasferire ai gruppi consiliari nelle Istituzioni e che costituirebbero un banco di confronto per intavolare un dialogo con ambienti e forze sociali finora difficilmente avvicinabili.
In questa sede non dobbiamo tracciare un programma elettorale, ma far conoscere alla comunità ternana ed umbra, alle forze sociali, alle autonomie funzionali, i grandi temi, le priorità che la politica deve affrontare e sui quali il nostro movimento deve farsi carico di aprire il dibattito nelle sedi opportune.
Dobbiamo lavorare per il Buon Governo del territorio.
E’ necessario riprendere ed attualizzare il progetto lanciato dalla Giunta Ciaurro quindici anni fa, quando allora venne lanciato il primo seme di libertà e di liberalismo ed alla quale si deve la ricostruzione della Terni di oggi e che nessuno può scippare alla memoria storica di questa Città.
Penso alla competitività territoriale: attrarremo nuove imprese ed aumenteremo il nostro prodotto, l’occupazione ed il benessere collettivo, solo se saremo in grado di assicurare condizioni favorevoli alle imprese che operano nel nostro territorio. Occorre saper dare risposte in termini certi e rapidi, a differenza della sinistra e mobilitare le risorse del territorio e ai suoi valori ambientali e culturali per farne strumenti di crescita ed innovazione. Puntare sulla diversificazione e sulle PMI. In questo senso serve spendere meglio le risorse pubbliche non solo a servizio del mantenimento dell’apparato burocratico fine a se stesso, ma a sostegno di coloro che vogliono investire, che credono nell’impresa.
Ricerca, Università ed innovazione tecnologica, valorizzando la collaborazione tra Aziende ed Università e potenziando quest’ultima in continuo affanno.
Infrastrutture: viarie, ferroviarie ed aeroportuali. Potenziare e manutenere le esistenti, battersi per la trasformazione della E45 in autostrada, ultimazione Terni- Rieti. Terni data la sua vicinanza a Roma e la contiguità con l’alto Lazio costituirebbe un’opportunità interessante per le Imprese, vanno quindi potenziate le comunicazioni.
Energia: elaborare proposte alternative perché le Imprese possano beneficiare di energia a costi competitivi, anche attraverso l’autoproduzione in loco.
Sostegno alle famiglie: politiche per le giovani coppie, asili nido, case di cura, ecc. il tutto in sinergia tra pubblico e privato.
Solidarietà: non nel senso assistenzialista della sinistra, ma una solidarietà sociale attiva che permetta a tutti di muoversi con le proprie forze e non crei cittadini di serie B, che li tiene segregati nel ghetto dei campi nomadi.
Pubblica amministrazione: lotta ali sprechi, semplificazione: riduzione numero circoscrizioni e ridefinizione ambiti operativi, eliminazione degli enti secondari inutili tipo le Comunità montane, ridefinire gli ambiti operativi della Provincia.
Turismo: attraverso il sostegno all’attività imprenditoriale, volta a valorizzare dei siti presenti sul territorio come la Cascata della Marmore, la Valnerina ed altri centri minori che potrebbero costituire poli di attrazione.
Cultura: attraverso l’organizzazione di mostre e convegni, come vengono organizzate in altre Province italiane, sfruttando l’esistenza di spazi, che molti ci invidiano non per manifestazioni di basso profilo che non danno un valore aggiunto alla Città se non quello di accontentare gli amici degli amici.

Terni va pensata come centro di snodo non solo sull’asse Nord – Sud, ma anche Est Ovest, crocevia di collegamento tra i due Mari.
La Città merita di essere pensata nella sua dimensione internazionale. L’hanno capito i tedeschi e le multinazionali che qui hanno deciso di investire.
Terni merita una classe dirigente orgogliosa, pronta a guardare al futuro con ottimismo, determinazione e decisone.

Ci aspetta un lavoro duro, ci aspetta il compito di adempiere alla missione di cui siamo investiti, abbiamo l’obbligo di permettere alla nostra comunità di volare in alto e conquistare gli spazi ed il prestigio che finora ci sono stati negati, tutto questo ci premierà!
Terni, 4 novembre 2007
Federico Brizi





lunedì 26 novembre 2007

3° Congresso FI Terni - Cianfoni




Intervento del Dott. Paolo Cianfoni, presidente del Circolo Conca Ternana, già capogruppo di Alleanza per Terni, al 3° Congresso Prov.le FI di Terni, 25/11/2007



Dico subito un si convinto e incondizionato all’idea del nuovo partito.
Lo faccio perché sono convinto che un movimento sia veramente come una impresa. Chi storce il naso di fronte a questo paragone ha una visione troppo riduttiva del lavoro dell’uomo e della funzione sociale dell’impresa e, allo stesso tempo, troppo astratta dei movimenti politici.

Una impresa è una organizzazione di persone e di risorse avente lo scopo di soddisfare le esigenze e i bisogni dei clienti attraverso la produzione di beni e servizi.
Allo stesso modo un movimento politico è una organizzazione di persone e di risorse avente lo scopo di soddisfare le esigenze e i bisogni dei cittadini attraverso la produzione di idee, di decisioni, di iniziative e l’erogazione del servizio primario della buona amministrazione della cosa pubblica.

Nell’impresa nessun responsabile può fare affidamento sull’assegnazione di budget dell’anno prima e deve essere pronto a dimostrare da zero in ogni momento che cosa è necessario fare per soddisfare le esigenze dei clienti.
Nell’impresa è un grave errore innamorarsi del proprio prodotto, perché così facendo si rischia di finire fuori mercato.

Intendiamoci il nostro è un buon prodotto.
Un prodotto che dall’idea iniziale di 14 anni fa si è affinato e rinforzato con la costruzione della CdL e con la grande azione riformatrice dei governi Berlusconi.
E quindi è comprensibile il disorientamento di alcuni che dicono “abbiamo lavorato tanto in 14 anni per consolidare l’alleanza, per dare strutture sempre più democratiche ed efficaci al movimento, per definire e divulgare il nostro patrimonio programmatico e ideale che affonda le sue radici nella vera cultura dell’Occidente, e oggi non possiamo buttare tutto nel cestino”.

E’ una posizione comprensibile, ma è sbagliata.

E’ sbagliata perché un movimento politico non è una unità collettiva che ha un valore in sé, ma è uno strumento a disposizione degli elettori. E il valore di questro strumento agli occhi degli elettori sarà tanto maggiore quanto lo strumento stesso apparirà in grado di soddisfare le loro esigenze. I cittadini oggi come 14 anni fa esprimono una domanda di liberazione delle energie del Paese dai mille lacci tanto cari alle sinistre, di liberazione dalle ingiustizie quotidiane determinate dal governo centrale e locale delle sinsistre, che in barba a qualunque impostazione ideale, si risolve sempre nella pratica nel privilegio di alcuni a sfavore di altri, di poter scegliere realmente quando si va a votare, di difendere i valori della famiglia, del lavoro, della Cristianità, una domanda di modernizzazione del Paese, in una parola una domanda di maggiore libertà.

Ma anche chi è più attaccato alla CdL e al tanto lavoro svolto finora, non può disconoscere che l’dea di un nuovo grande movimento di popolo figlio di una nuova legge elettorale tendente al bipartitismo, con tutte le cariche elettive, senza minuetti, senza “parrucconi” sia, agli occhi degli elettori, più utile, più desiderabile, più attraente dell’immagine di FI continuamente intenta a mediare in una CdL ormai ripegata su sé stessa come è quella attuale.

Allora nessuno deve avere paura di mettersi in discussione, nessuno deve avere di paura di dare ai cittadini quello che ci chiedono.

In tante occasioni di incontro ho detto che purtroppo in tante realtà locali, gli elettori mentre apprezzano e si entusiasmano rispetto alle proposte e alla politica del livello nazionale di FI, allo stesso tempo percepiscono una distanza enorme tra il livello nazionale e la nostra azione locale. E questo è vero a maggior ragione nelle regioni come l’Umbria dove siamo all’opposizione.

Il nostro compito è colmare questa distanza.

Come possiamo fare?

Innanzi tutto possiamo fare bene l’opposizione, possiamo migliorare l’organizzazione e possiamo mostrarci coesi. Fare questo è già molto stante la situazione, ma attenzione è solo l’inizio. E’ la parte “facile”. E’ quello che agli occhi degli elettori appare come “la parte dell’obbligo nostro”. Dobbiamo riconoscere che a Terni non sempre abbiamo fatto questo minimo che ci è richiesto dagli elettori e non sempre lo abbiamo fatto bene.

Oggi siamo tutti d’accordo sulle modalità di opposizione, di organizzazione e sul valore della coesione ed è per questo che questo congresso è realmente unitario.
Questo ci consentirà di essere autorevoli e ascoltati sul territorio.

Ma questo è solo l’inizio, poi viene la parte difficile: il governo Berlusconi non è come il governo Prodi che ha un finto programma e una finta volontà degli alleati di realizzarlo. Berlusconi ha chiesto la fiducia degli elettori su un preciso programma di modernizzazione dello Stato, un programma elaborato con gli esponenti di FI e con le maggiori società di consulenza, un programma che, purtroppo per l’Italia, non è stato completamente realizzato. Dobbiamo saper fare come lui, dobbiamo elaborare un programma di modernizzazione delle istituzioni locali, che deve essere ambizioso.

E’ importante che il programma sia ambizioso perché le buone singole proposte di miglioramento graduale dell’amministrazione corrente non muovono le folle, non scaldano i cuori, non attraggono finanziamenti dei privati e non arrivano al vaglio dei finanziamenti UE.
Per fare questo bisogna studiare.

Bisogna avere certamente le strutture, le risorse, ma soprattutto la voglia e l’umiltà di approfondire i temi prima di parlare. Lo fa Berlusconi quando compone il programma di governo, chi siamo noi per avere l’arroganza di sentirci in grado di interloquire su qualsiasi tema dell’amministrazione locale?

E quegli esponenti di cui è piena la politica locale capaci di parlare di qualsiasi cosa, che non rispondono mai alle domande, che contestano sempre la posizione dell’interlocutore senza mai entrare nel merito, chi sono se non i “parrucconi” della politica locale?

Faccio solo due esempi di cinismo e improvvisazione amministrativa: probabilmente non è vero che siamo la città con la maggiore incidenza di tumori, ma è vero che è difficile trovare una famiglia ternana che non sia stata toccata più o meno da vicino da questa terribile malattia. Una normale città capoluogo di provincia con questa emergenza sociale, avrebbe come minimo un ospedale specializzato all’avanguardia, delle cliniche universitarie, dei centri di ricerca, delle strutture di sostegno alle famiglie.
Che c’è a Terni?
Un servizio oncologico in una struttura pulita, con personale encomiabile, ma che in pratica fa solo flebo. E’ sufficiente? E’ dignitoso? E’ quello che serve ai ternani?
E’ una battaglia che vogliamo fare?

L’altro esempio riguarda i finanziamenti europei: prima di Ciaurro le giunte di sinistra idearono un progetto di metropolitana sotterranea che avrebbe collegato piazza Dante con piazza della Repubblica, in pratica avebbe portato da un capo all’altro del corso cittadino per una distanza di meno di un chilometro. Una proposta del tutto inutile. Uno sperpero. L’UE non si capisce con quali criteri lo finanziò. Le giunte Ciaurro riutilizzarono questo cofinanziamento destinandolo ad un collegamento di navette su monorotaia tra la stazione e l’ospedale, sede anche della facoltà di medicina. Il diverso valore per tutto il territorio provinciale di questa scelta è evidente. Le giunte successive fecero scadere il cofinanziamento.
Questo modo di amministrare è dignitoso? E’ quello che serve ai ternani? Questa è un’altra battaglia che vogliamo fare.

Ma anche questo non basta a colmare la distanza, occorre, imparando da Berlusconi, saper parlare al cuore dei cittadini.
Questo significa che dobbiamo ascoltarli, conoscerli, parlare la loro lingua, dargli una speranza, chiedere a ognuno la sua personale fiducia.

Per fare questo dobbiamo studiare, dobbiamo approfondire, dobbiamo essere consapevoli delle nostre buone ragioni e non essere mai timidi.

domenica 25 novembre 2007

3° Congresso prov.le FI Terni - Caronna

Intervento della Prof.ssa Gabriella Caronna, Capogruppo di FI alla Provincia di Terni, al 3° Congresso Provinciale di FI, Terni 25/11/2007
La parola “LIBERTA’” è nel nostro DNA ed oggi è la bandiera sotto la quale va a compimento il percorso nato nel 1994: raccogliere i moderati, i liberali, i riformisti, i tantissimi Italiani onesti e perbene che amano la nostra terra, che chiedono concretezza, soluzioni, non ideologie, aborriscono i giochi di potere fatti di mediocri tatticismi. Da oggi il cittadino non deve più sentirsi in un rapporto di feudataria sudditanza con chi ha eletto, ma deve tornare ad essere “il Signor cittadino”, il Soggetto principale della politica di libertà e vera democrazia.
Avrei per questo in mente, all’interno del Coordinamento Provinciale che oggi si ricostituisce dopo anni di difficoltà, la realizzazione di un “laboratorio per la libertà” con compiti tematici, Dipartimenti in cui operino professionisti, per un approfondimento con la base della società civile. In questo senso anche I CIRCOLI sorti nel nostro territorio, operando senza un progetto prefabbricato, saranno un appoggio valido per calarci tra la popolazione, farla diventare attrice delle riforme e della futura Politica.
Gli Italiani sono stanchi non solo di questo Governo, ma anche dell’immobilismo dei partiti arroccati in difesa della propria sopravvivenza: allora torniamo alla volontà popolare! E, come diremo “no” alla sterile e confusa “antipolitica”, diremo basta al tempo in cui era la politica a dettare l’agenda. Si gira pagina e si torna ad ascoltare quello che chiede la gente, che oggi si mostra molto più avanti dei palazzi del potere.

In Provincia di Terni tutto il centrodestra, che dimostra anche il questa fase grande coesione non solo per i valori che condivide, ma anche per senso di responsabilità, ha toccato con mano come da tempo la maggioranza sia divenuta un cartello elettorale pronto a tenere le poltrone e nulla più.
Alludo al modo scandaloso con cui si è pensato di chiudere la questione dei “rifiuti”, soluzione provinciale già annacquata e demagogica, dalla quale oggi si dissocia il nostro Sig. Sindaco che, con atto inqualificabile, torna ad appoggiare la Regione a 360 gradi, incurante di svendere gli interessi della città. Alludo alla questione “energia” nella quale siamo vissuti alla giornata, sino all’aborto di tutto, nell’inerzia dei nostri amministratori cui, evidentemente, poco interessa l’economia industriale locale. Alludo alla questione “sicurezza”, problema che sta generando nei cittadini una palpabile intolleranza e paura. Penso al tasso di una immigrazione (anche clandestina) che nel giro di due anni ha superato le più nere previsioni scatenando a domino la questione occupazione del territorio, droga nelle strade e nelle scuole, prostituzione, delinquenza.
Incapace di razionalizzare e contenere la spesa (auto blu, interventi a pioggia…, consulenze più volte denunciate, concorsi pubblici banditi su misura per solo pochi “fortunati”), la Provincia ha creato con la Formazione e i C.P.I. un apparato burocratico costosissimo, che opera in back office ed è incapace di dare risposta ai nostri giovani, tanto più se diplomati o laureati. Fanno acqua persino le politiche sociali: guardiamo l’handicap in tutte le sue sfaccettature (sostegno, barriere, accompagnamento ed inserimento al lavoro), pensiamo alle devianze, tutti temi per i quali sono state spese solo parole da una Provincia, che tende unicamente a tamponare le emergenze. La politica scolastica è in ritardo addirittura sulla messa a norma degli edifici. La nostra Provincia non intercetta ancora i bisogni formativi che esprime il territorio, pianifica in ritardo rispetto ai tempi e si ostina in una sorta di “dirigismo” chiuso alle svolte culturali.
In Consiglio Provinciale poche volte si parla di Scuola, quando accade ci ritroviamo sempre di fronte a vecchie proposte. Quest’anno l’Assessorato ha fatto una cosa in più, ha salutato con soddisfazione l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni e l’esclusione della Formazione professionale dall’Istruzione. E pensare che questo era il punto più innovativo della nostra Riforma, la prima risposta all’emergenza educativa che stiamo vivendo: la possibilità di percorsi flessibili che, nel rispetto dei livelli nazionali di apprendimento, potevano concorrere ad abbassare la drammatica percentuale di abbandono scolastico ed alzare invece il livello qualitativo della scuola nel suo insieme.
La Provincia deve dare sostegno e sicurezza alle scuole, sapendo che operano con carenze strutturali e difficoltà oggettive quasi insuperabili, quali ad esempio l’elevato numero di studenti stranieri in ogni ordine e grado. L’Umbria, la nostra Provincia in particolare, è al secondo posto in Italia per frequenza di alunni stranieri, ma noi non riusciamo a garantire loro un adeguato inserimento, dal momento che richiedono interventi sempre più personalizzati: in queste condizioni si finisce con il compromettere il diritto di studio degli altri. Non possiamo garantire l’insegnante di sostegno agli alunni diversamente abili e gli Enti locali non riescono a fornirci personale di assistenza: Signori, la Scuola è paralizzata!

Infine, ma non da ultimo, l’auspicio di un cambiamento culturale del nostro territorio, la cui creatività, il cui patrimonio artistico e di pensiero, i cui valori cristiani ed umanistici, radici della nostra identità, vanno riportati in vita e valorizzati. Per anni mi sono chiesta se Terni dovesse essere nota soltanto come città dell’acciaio, del Cantamaggio, plagiata da anni di sopore e di dormia, nei quali amministrazioni “sinistre” hanno voluto tenere le donne e gli uomini di questo territorio, anestetizzati dal concetto che la propria storia dovesse essere “unicamente” testimoniata dalla classe operaia e contadina in continua crisi di identità, sempre in ritardo con la progettazione e la realizzazione di istituti culturali.
E’ necessario che la nostra Provincia riscopra una propria identità, a 360 gradi, divenga luogo non solo di cultura scientifica e professionale, testimoniata attraverso la valorizzazione dei siti della recente “archeologia industriale”, ma anche luogo di Cultura, nella accezione più ampia e non demagogica della parola. All’Ente dunque chiediamo un’azione nuova che produca nelle giovani generazioni una scossa emotiva, capace di ricostruire nella collettività nuovi soggetti creativi che vadano a sostituire le pesanti e vuote nomenklature dell’apparato.
Occorre infine vigilare affinchè il grande patrimonio che costituisce la nostra identità non venga svenduto in nome di una falsa multietnicità e multiculturalità, purtroppo di moda. La strada vera per convivere con gli altri ed essere loro utili sta, innanzi tutto, nel rispetto di noi stessi e della nostra storia. Abbiamo ricchezze infinite di spiritualità e di cultura da offrire: se sapremo farlo con dignità e rispetto, chi ha la volontà di apprezzarci ci ringrazierà.

sabato 24 novembre 2007

Persone e scopi

Il Circolo Conca Ternana è una Associazione senza scopo di lucro aderente alla Associazione Nazionale Il Circolo. Si è costituito a Terni il 26/03/2007. Le cariche sociali sono attualmente ricoperte dai signori:

Presidente: Paolo Cianfoni
Presidente Vicario: Sergio Bruschini
Vice Presidente: Luca Nicola Luigi Castiglione
Segretario: Riccardo Merlini
Tesoriere: Paolo Mandolini


L’Associazione proclama la suprema difesa della libertà dell'individuo e si prefigge lo scopo di promuovere la partecipazione alla vita politica e sociale del cittadino al fine di alimentare una viva corrente di opinioni capace di indirizzare la vita artistica, culturale, economica e morale del Paese. L'Associazione intende difendere la tradizione italiana, la dignità nazionale, i principi liberali e riformatori, le radici cristiane e il valore dello Stato al di sopra di tutte le competizioni di parte, di combattere ogni forma di abuso, di sperpero e di privilegio nell'amministrazione del pubblico denaro, come in generale, nella produzione e nello scambio dei beni, rivendicando il diritto di controllo e l'interesse del cittadino quale contribuente e quale consumatore
L'Associazione afferma in ogni campo i valori del merito e della qualità, lo spirito di innovazione, l'iniziativa privata contro ogni forma di dirigismo, la libera espressione e l'originalità di ogni donna e di ogni uomo difendendoli dal conformismo e dalle pressioni delle pseudoculture massificate, in una prospettiva d'equità e di giustizia sociale.Tali scopi saranno perseguiti attraverso dibattiti, incontri, conferenze, congressi, corsi di formazione, seminari, attività sportive, iniziative editoriali, viaggi e qualsivoglia altra attività che non contrasti con i valori principali dell'Associazione Nazionale il Circolo.