HOME non è mai politica attuale la parola dei profeti disarmati, ma in un popolo ci vogliono i politici attuali e i politici inattuali, e se i primi sono giudicati savi e i secondi matti, ci vogliono i savi e ci vogliono i matti, e guai ai popoli che hanno solo i savi perché spetta di solito ai matti porre e coltivare i germi della politica avvenire (B. Croce)
_______________________________
Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

Condividi su Facebook

domenica 31 maggio 2009

Mogli sobrie e botti vuote


Che ci siano persone che prima delle elezioni politiche si lamentano per la scomparsa della preferenza è comprensibile perché il sistema della preferenza, teoricamente e sottolineo teoricamente, dovrebbe garantire che gli eletti siano scelti dal popolo, ma la scelta di escluderla certamente porta a campagne elettorali meno costose, meno combattute casa per casa e quindi meno insopportabili per gli elettori.
Che ci siano persone che prima delle elezioni amministrative si lamentano che gli elettori sono subissati da richieste di voto, le cassette della posta sono stracolme di santini, le strade piene di gazebo, si sperperano un sacco di soldi in manifestazioni elettorali, ecc. è comprensibile perché è veramente pesante la campagna elettorale per l'elettore, ma quella situazione è inequivocabilmente il portato della possibilità di indicare la preferenza.
Che le persone che si lamentano siano le medesime nei due casi questo è un po' meno comprensibile. La gente usa il modo di dire "non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca", anche perché così si rischia di ritrovarsi con la moglie sobria e la botte vuota.
Paolo Cianfoni
(wine barrel photo brewrat from flickr)

sabato 30 maggio 2009

Piccoli, teneri dinosauri cerchiobottisti


Inizia l’ultima settimana di campagna elettorale, ogni volta peggiora. Quando si profila una elezione minimamente combattuta l’ultima settimana diventa un periodo di congiure e colpi bassi.
Il punto è che i sondaggi da chiunque commissionati indicano tutti che si farà il ballottaggio per il Comune di Terni (per carità i sondaggi in passato sono stati anche clamorosamente smentiti, soprattutto quelli locali) e questo certo contribuisce ad alzare il livello dello scontro.
Persiste in alcune analisi politiche della situazione l’utilizzo di un metro di giudizio superato e del tutto inattuale. Una di queste, alcuni giorni fa, evidenziava (succedeva anche ai tempi della prima Repubblica) che il dibattito avrebbe tralasciato “il programma” per occuparsi di cose meno “nobili”.
Per carità si fa sempre bella figura a bacchettare entrambi gli schieramenti e, in particolare, si fa sempre bella figura ad appellarsi alla necessità di una maggiore considerazione de “il programma”.
Però il mondo è cambiato e soprattutto sono cambiate sia le leggi elettorali che il rapporto elettori-eletti (o meglio in questo caso, candidati).
Questa litania su “il programma” come se fosse un simbolo a cui accostarsi con reverenza sacerdotale in realtà è fuori dalla storia. Non che non sia importante che i candidati dicano prima quello che vogliono fare una volta eletti, anzi è fondamentale, ma gli elettori sanno bene che per un lunghissimo periodo della prima Repubblica, quando uno diceva “attenzione: prima parliamo del programma” significava “attenzione: prima ci accordiamo sulle poltrone” e quindi hanno sviluppato una sana diffidenza verso questo termine che infatti sta troppo spesso nelle bocche sbagliate. Oltretutto programma significa idee e proposte e mentre sono veramente tanti quelli che giurano che i loro pensieri sono tutti presi da “il programma” risultano drammaticamente pochi quelli che se richiesti riescono a tirare fuori una idea o, peggio, una proposta concreta.
Allora i conti non tornano e gli elettori restano diffidenti, i nuovi sistemi elettorali, ormai consolidati nella mente degli elettori sono pensati invece per non aver nessun timore reverenziale nei confronti de “il programma” . Nessuno dimentichi che in Italia ci sono attualmente vigenti un mucchio di sistemi elettorali ma quello che sembra funzionare ancora meglio, a mio avviso, è proprio quello con cui andremo ad eleggere i Sindaci tra una settimana.
Un po’ in tutti i nuovi sistemi, ma particolarmente in quello dei Sindaci, il programma ha un ruolo concreto ma non decisivo, perché nella seconda (e speriamo presto terza) Repubblica il programma è il candidato.
La grande intuizione di questi sistemi incentrati sul leader è che gli elettori quando andavano a votare e, allora, potevano eleggere solo una coalizione, non avevano più alcuna fiducia che quella coalizione una volta eletta e una volta espresso un governo (una giunta e un sindaco, nel caso delle amministrative) dopo estenuanti notturne trattative di palazzo avesse la benché minima capacità e/o volontà di realizzare le cose promesse e “imbalsamate” ne “il programma” così bello e irraggiungibile.
Nei sistemi attuali invece il programma è il candidato.
Nel senso che alle vacue promesse de “il programma” si sostituisce la leadership e quindi la credibilità personale del candidato. Quindi come obiettivi programmatici valgono più le cose e le opinioni che il leader ha detto in passato, o meglio ancora, quello che è ragionevole aspettarsi da lui una volta eletto, che mille documenti.
Questo i vecchi babbioni sia di sinistra che di destra (ma molto più di sinistra) semplicemente non lo hanno capito.
Il programma oggi ha una qualche rilevanza esclusivamente nel senso di “contratto con gli elettori”, lo capì per primo il Presidente Silvio Berlusconi, naturalmente irriso e sbeffeggiato come “parvenu” della politica da tutto il centrosinistra allora, mentre oggi perfino Di Girolamo a Terni non sapendo più a che Santo votarsi, firma patti con la città di Terni, apparendo poco meno di una parodia.
E perché diventa importante come contratto? Perché “il programma” è “il candidato” e il contratto serve solo come punto di riferimento futuro, per potersi “fidare” che chi lo promette ha oggi una reale credibilità di realizzarlo. E’ un concetto un po’ sottile, ma, per capirci, il programma/contratto oggi svolge la stessa funzione che nella pubblicità ha l’invito alla verifica della promessa: “il nostro è il tonno così tenero, che si taglia con un grissino”. “il tonno è tenero” è il candidato (candidato/programma) e il “si taglia con un grissino” è il patto con gli elettori. Nessuno sano di mente compra tonno e grissini per fare la prova a casa, però so che quel tonno potrebbe essere desiderabile perché è tenero, e chi lo vende è così convinto che è tenero che mi invita a fare la prova con un grissino: quindi è più facile che sia vero.

Quello che mi rincuora è che mentre il Centrosinistra inizia adesso a rassegnarsi a questi ragionamenti e deve ancora combattere con molti al suo interno, che proprio non ci vogliono stare, nel Centrodestra sta già passando alla sua fase operativa una nuova idea, quella del partito “leggerissimo”, quasi esclusivamente internet, sulla quale stanno alacremente lavorando i Palmieri, i Valducci, ecc. Naturalmente è in arrivo una salva di risate e di sberleffi da parte del Centrosinistra che li considera dei “parvenus”, ma questa potrebbe essere la nuova frontiera politica e la sinistra è ancora una volta drammaticamente indietro (ma questa è un'altra storia).

E’ per questo che quando leggo un “opinionista” che, con fare altero, bacchetta le coalizioni maggiori e invoca le proprietà salvifiche de “il programma” (o peggio un candidato), mi viene da sorridere.

Ma esiste un metodo infallibile: al prossimo che vi parla de “il programma” con fare reverenziale chiedetegli di farvi un esempio, di dirvi una buona idea, magari anche piccola, magari copiata, ma una proposta utile per la nostra Città, se non masticherà pezzi di frasi trite e ritrite continuate a parlarci, altrimenti chiamate il WWF, perché siete di fronte a uno degli ultimi esemplari di un piccolo, tenero, dinosauro cerchiobottista, con la testa piena zeppa di aria.

Paolo Cianfoni
(photo InfoMofo from flickr)

lunedì 4 maggio 2009

Renato Brunetta scalda il cuore dei ternani

Ci voleva la forza e la verve del prof. Brunetta per scaldare finalmente il cuore dei ternani. Dopo una lunghissima serie di convegni formali e i soliti incontri elettorali di una campagna partecipata, ma non particolarmente sentita a Terni, Renato Brunetta è stato letteralmente sommerso da una serie infinita di applausi durante il suo lungo e appassionato discorso, in cui con la solita chiarezza e la solita forza ha toccato in modo diretto, semplice ed efficace anche temi interni scottanti, ricevendo sempre fragorose approvazioni. La sala era gremita e caldissima e il Ministro in camicia si è tirato su le maniche e ha iniziato a parlare infiammando la platea. Ha parlato di tanti diversissimi argomenti demolendo i luoghi comuni della Sinistra a partire dalla Resistenza, che è stata - ha detto - una lotta per la libertà fatta da tanti parti politiche, i comunisti erano una parte, ma quella parte che voleva una Italia libera dai Nazifascisti per soggiogarla poi all'Unione Sovietica, è per questo che dobbiamo ringraziare tante persone per la nostra libertà: De Gasperi, Saragat, anche Nenni seppure dovette compiere un percorso, i repubblicani e Malagodi, ma non Togliatti, che se avesse potuto ci avrebbe dato decenni di dittatura comunista fino alla caduta del muro di Berlino. Il suo è stato un discorso molto onesto, perché - ha detto - non è possibile dire che l'Italia buona sta da una parte e quella cattiva dall'altra, da tutte e due le parti c'è l'Italia della ricostruzione nel dopoguerra, ma anche l'Italia del menefreghismo e dei controlli di carta fatti da uomini di carta, con anime di carta che costruiscono ospedali, prefetture e case dello studente che crollano con il terremoto e questo è immorale e su questo noi dobbiamo dimostrare alla sinistra anche una nostra superiorità morale. Il governo si gioca molta della sua credibilità - ha detto - sulla ricostruzione in Abruzzo, che deve essere veloce per restituire una vita dignitosa a chi l'ha perduta, e non deve essere mai più come in Umbria. E' vero che, come rileva "Il sole 24 ore", siamo un partito che ha una base sociale molto larga e diffusa in cui gli operai sono il doppio di quelli che ha il PD, siamo il partito dell'Italia che lavora, siamo il partito che vuole rappresentare l'Italia che ha fatto l'Italia nel dopoguerra e che l'ha tenuta lontana e al sicuro dal comunismo. Il PdL è ancora peggiore dell'Italia che ci vota perché è quell'Italia dei padri della patria che vogliamo rappresentare, quindi dobbiamo migliorare ancora e dobbiamo uscire da questo stato "nascente" in cui ancora tante cose devono essere sistemate. Il Prof. Brunetta ha inviato tutti a non andare dietro a tutte le voci e a tutte le specuazioni, tenendo ben presente che non ci votano per le veline, ma ci votano perché siamo riformisti e dobbiamo lavorare forte per portare a termine le tante riforme che abbiamo iniziato.
Da parte nostra ringraziamo Renato Brunetta per averci fatto vedere come, nell'Umbria del posto pubblico e dei privilegi, si parla al cuore della gente.
Paolo Cianfoni

sabato 2 maggio 2009

Lista PdL Comune di Terni

CANDIDATO SINDACO Prof. Antonio BALDASSARRE
Paolo Alunni Pistoli

Domenico Bellachioma
Fabio Biscetti
Matteo Bressan
Giuseppe Briotti
Federico Brizi
Maria Bussetti
Nico Camilli
Marco Cecconi
Gianfranco Colasanti
Giuseppe Conti
Mariano Edoardo Crapa
Giovanni De Angelis
Piergiorgio Di Lorenzi
Antonello Di Raimo
Stefano Fatale
Francesco Maria Ferranti
Francesco Fioretti
Fausto Maria Fontana
Niccolò Francesconi
Franco Gregori
Dario Guardalben
Luca Listanti
Maurizio Maggi
Orlando Masselli
Andrea Messi
Dario Montalbetti
Marco Onofri
Carlo Orsini
Roberta Pacetti
Elio Pambianco
Francesco Petrelli
Francesco Rizzo
Michele Rossi
Rosalia Saco Dulanto
Federico Salvati
Marina Severoni
Francesco Shu
Sandro Silvani
Moreno Tini

venerdì 1 maggio 2009

Lista PdL provincia di Terni

Acquasparta Giovanni Montani (uscente, eletto AN)
Amelia Pietro Valentini (uscente, eletto AN)
Arrone Paolo Di Costantino
Baschi Alfredo Santi (uscente, eletto UDC poi FI)
Calvi dell'Umbria Torquato Petrineschi (uscente, eletto FI)
Castel Viscardo Nicola Zappitello
Ficulle Francesco Tiberi
Lugnano Enrico Masciarri
Montecastrilli
Narni I Eleonora Pace
Narni II Paolo Fracassa
Orvieto I Stefano Olimpieri
Orvieto II Angela Maria Sartini http://nuke.angelamariasartini.it/
Orvieto III Gisleno Breccia
San Venanzo Jacopo Meniconi
Stroncone Francesco Meloni
Terni I Gabriella Caronna (uscente, eletta FI)
Terni II Francesco Abbate
Terni III Michelina Pirro
Terni IV Paolo Cianfoni http://ilcircoloconcaternana.blogspot.com/ http://it-it.facebook.com/people/Paolo-Cianfoni/1267821537 http://www.pdlterni.org/?q=taxonomy/term/29
Terni V Gianfranco Colasanti
Terni VI Luca Biscetti
Terni VII Manuela Beltrame
Terni VIII Gabriele Bonifazi