HOME non è mai politica attuale la parola dei profeti disarmati, ma in un popolo ci vogliono i politici attuali e i politici inattuali, e se i primi sono giudicati savi e i secondi matti, ci vogliono i savi e ci vogliono i matti, e guai ai popoli che hanno solo i savi perché spetta di solito ai matti porre e coltivare i germi della politica avvenire (B. Croce)
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Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

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domenica 8 giugno 2008

Iniziativa del Vescovo di Terni: 4 "si" e 2 "ma"

Personalmente ho accolto con grande entusiasmo l’iniziativa di Mons. Paglia con la quale ha richiesto a tutta la Città di Terni uno sforzo in più per immaginare il futuro e condividere una agenda di priorità per uscire dalla crisi. Per questo ho seguito con interesse la catena di interventi “preparatori” che sono apparsi sulla stampa. Leggendo questi contributi piano piano è emerso qualche “ma”, quindi sento la necessità di fare un breve appunto su quanto ho già espresso al riguardo.
Primo "si" – Il fatto che senza false “accortezze” il Vescovo metta in campo la sua riconosciuta autorevolezza per richiamare tutti a pensare al futuro e a dare una disponibilità riguardo a quello che “si può fare insieme” è fortemente positivo.
Secondo "si" – Il fatto che questo abbia stimolato anche un dialogo realmente nuovo tra le forze politiche (vedi interventi di Provantini e Nevi) è fortemente positivo.
Terzo "si" – Il fatto che tradizionalmente la classe dirigente della Città nel suo complesso non abbia mai dimostrato una sufficiente qualità nella politica e nell’amministrazione per governare il cambiamento e che potrebbe essere “costretta” dall’iniziativa del Vescovo a dare disposte adeguate è fortemente positivo.
Quarto "si" – il fatto che per rispondere a tono alla proposta occorre buttarsi dietro le spalle un consolidato provincialismo culturale che, soprattutto negli ultimi anni, sta prepotentemente ritornando dominante, costringe tutti ad affrontare anche questa sfida culturale ed è fortemente positivo.
Primo “ma” – Ma proprio per rispondere a tono occorre evitare che tutto sia messo in discussione “perché nulla cambi”. Non può essere sfuggito ai lettori più attenti degli interventi dei tanti che si sono sentiti chiamati a dare un contributo, che un conto è riconoscere onestamente anche le proprie responsabilità in una crisi generalizzata e un altro conto è trasformare una opportunità di rilancio che il Vescovo offre alla Città in un generalizzato “piagnisteo” in cui si fa bella figura a fare finta di fare autocritica, senza in realtà farla davvero. E’ per questo che precedentemente accoglievo l’invito di Nevi a non polemizzare, ma a condizione che l’analisi non prescindesse dalle responsabilità, che ci sono e vanno messe a fuoco, proprio per fare in modo di realizzare il cambiamento.
Secondo “ma” – Ma non ci possono essere semplificazioni. La proposta del Vescovo ha indubbiamente un valore “politico”, perché non è una "astratta ramanzina" anzi vuole spingere la Città verso la concretezza per verificare il tanto che “si può fare insieme”. La possibilità di realizzare il cambiamento parte si dall’autocritica, investe si il livello morale, ma deve potersi tradurre in risposte in termini di politica e di amministrazione, altrimenti è comunque utile, ma non è in grado, per impostazione e soprattutto per i tempi necessari, di dare subito risposte concrete alle persone. Allora leggere analisi che individuano nella “paura del diverso”, nella “indisponibilità ad accogliere” il problema della Città, non capendo che Terni non è una Città razzista o sorda alle esigenze sociali e che quella “paura” è il sintomo e non la malattia, significa dimostrare una incapacità di analisi e soprattutto una incapacità di dare risposte in termini di politica e di amministrazione ai cittadini, che invece ne hanno urgente bisogno. In altre parole se i Ternani hanno paura è perché la Città non ha saputo con concretezza e buonsenso gestire le trasformazioni sociali, garantendo ai cittadini i livelli minimi indispensabili di sicurezza, di benessere, di efficacia ed efficienza nell’amministrazione e di qualità nella politica. Questo si può risolvere con uno scatto in avanti, ma le “ramanzine” ai cittadini o alla politica che alcuni muoiono dalla voglia di fare (sull'onda di un falso buonismo "alla Prodi", deleterio e ormai anche sorpassato) non sono affatto in sintonia con quanto è necessario fare: non solo non servono, ma rischiano di allargare ancora di più il distacco che c’è tra le istituzioni della Città (e non mi riferisco solo a quelle politiche) e il popolo di Terni. Così facendo l'iniziativa del Vescovo da opportunità rischia di trasformarsi rapidamente in occasione perduta.
Paolo Cianfoni

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