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lunedì 28 luglio 2008

La lettera del Sindaco Raffaelli ai ternani sui BOC è un esempio di disinformazione pagata con i soldi dei cittadini

La lettera del Sindaco Raffaelli ai ternani sui BOC (Buoni Ordinari Comunali) è un esempio evidente di disinformazione pagata con i soldi dei cittadini. I ternani però sono molto meno sprovveduti di quanto dimostra di ritenere il Sindaco. La vicenda è molto chiara: da alcuni anni la legge ha permesso ai Comuni di aumentare le proprie entrate finanziarie ricorrendo a prestiti da parte dei cittadini. Questa opportunità per i Comuni è possibile alla sola condizione che tali denari presi a prestito siano utilizzati per “investimenti” e non per “spesa corrente”. Cosa significano queste formule contabili? Niente di strano, si riferiscono a un concetto di comune buonsenso: se due vostri amici vi venissero a chiedere un prestito di 50 mila euro, il primo per comprare una casa e il secondo per comprare viaggi, vestiti, ecc. a chi sareste maggiormente disposti a prestare la somma? Naturalmente a colui che intende investirle in un bene che aumenta il suo patrimonio, non a chi intende spenderla in attività che non aumentano la sua solidità finanziaria, cioè le sue “garanzie” di restituzione. Infatti le banche prima di concedere un finanziamento vogliono conoscere a fondo sia il reddito del richiedente, per valutare la sua capacità di pagare le rate di restituzione, sia la consistenza del suo patrimonio, per eventualmente istituire una garanzia (spesso una ipoteca su un immobile) e infine quasi sempre vogliono anche sapere come il richiedente intende spendere quei soldi che vuole in prestito.Quindi non c’è niente di strano nel fatto che il Governo abbia posto la condizione imprescindibile che i soldi presi a prestito dai cittadini vengano utilizzati esclusivamente per accrescere il patrimonio e quindi la solidità del Comune, si tratta semplicemente di un vincolo obbligatorio al buongoverno, cioè all’uso corretto dei soldi dei cittadini.Infatti se un cittadino che chiede un prestito a una banca deve dare tutte le informazioni e le garanzie che ho descritto, perché un Comune che chiede un prestito ai cittadini invece dovrebbe avere un trattamento privilegiato?E infatti non può averlo. La Corte dei Conti vigila che i Comuni non facciano i “furbi”, cioè che non utilizzino i denari presi a prestito dai cittadini per le "spese correnti".Nel bilancio del Comune di Terni, invece, secondo quanto è risultato a seguito degli approfonditi controlli effettuati dalla Corte, è risultata una violazione di questo elementare principio di buongoverno e quindi i Consiglieri Comunali che hanno votato e approvato la proposta elaborata dalla giunta Raffaelli che è stata censurata, sono stati chiamati a risponderne personalmente (in altre parole si sono presi una multa salata che dovranno pagare con i propri soldi). Ma il Sindaco Raffaelli no! Lui no! Perché a quella votazione da lui proposta al Consiglio Comunale era assente. Lui avrà soltanto un problema di immagine nei confronti dei ternani.. allora ecco la soluzione: una bella lettera pagata con i soldi dei cittadini per disinformarli sulla vicenda.Si tratta letteralmente di disinformazione perché nella lettera che i ternani stanno per ricevere a casa c’è scritto:1) che i BOC sono uno strumento utile. Appare chiaro infatti che nessuno, tanto meno la Corte dei Conti, ha messo in discussione che lo strumento dei BOC sia uno strumento utile, se gestito bene e nel pieno rispetto delle leggi. Le contestazioni si riferiscono all’uso che ne ha fatto la giunta Raffaelli.2) Che le sanzioni sono state erogate dalla Corte dei Conti solo su tre opere delle moltissime che sono state finanziate con i soldi provenienti dai BOC. Questa è una argomentazione davvero divertente, sarebbe come dire che un assassino che ha ucciso tre persone deve essere guardato con simpatia perché, in fondo, avrebbe potuto ucciderne molte di più.3) Che i tre interventi sanzionati erano “necessari e impellenti a seguito di eventi calamitosi”. Altro punto mai messo in discussione da nessuno, tanto meno dalla Corte dei Conti. La Corte ritiene infatti che questi interventi sono stati finanziati con soldi presi da dove non potevano essere presi, e che il Comune di Terni avrebbe dovuto finanziarli con il denaro utilizzabile per la spesa corrente.4) Che i tre interventi sanzionati erano stati fatti “nel solo spirito della salvaguardia e della sicurezza e dell’interesse pubblico”. Altra argomentazione interessante, infatti tutte le spese del Comune devono rispondere a un interesse pubblico. Non può essere diversamente, altrimenti si configurerebbe un reato. Di fronte a questa argomentazione verrebbe da chiedersi: esistono allora altre spese nel bilancio comunale che sono state fatte per tutelare interessi diversi?Ma è verso la fine del ragionamento espresso nella lettera di giustificazioni inviata dal Sindaco ai ternani che appare una frase che in realtà spiega tutto: “sono stati messi in discussione” …“solo e soltanto residuali irregolarità nell’imputazione delle spese all’interno del bilancio”. Quindi la violazione degli obblighi di legge sulla corretta imputazione delle spese all’interno del bilancio comunale viene definita dal Sindaco una irregolarità solo e soltanto residuale, cioè una cosa di poco conto, è come dire: “non è tanto che abbiamo imputato male le spese, è che la Corte dei Conti è un po’ fissata con il rispetto della legge”.
Se l’amministrazione Raffaelli avesse gestito la vicenda con maggiore serietà, e senza gli intenti propagandistici e la volontà di disinformazione che trasudano dalla lettera di giustificazioni inviata ai ternani, si potrebbe concordare sul fatto che è vero che in alcuni casi la suddivisione tra spese correnti e investimenti, che nella teoria è molto marcata, nella pratica diventa più labile e quindi a rischio di sanzione. Non occorre però mai dimenticare che l’interpretazione e l’applicazione delle norme è il compito specifico in primo luogo della Magistratura e che le sentenze vanno ascoltate e tenute in alta considerazione dagli uffici, proprio perché devono essere la guida dei comportamenti della pubblica amministrazione locale. Semmai c’è da chiedersi se è possibile che l’intera struttura tecnica del Comune di Terni non abbia avuto nemmeno un dubbio sui tre comportamenti sanzionati dalla Corte dei Conti e se non sia il caso di aumentare con adeguati supporti qualitativi la sensibilità dell’Ente riguardo l'applicazione delle norme contabili. Certo in questa direzione la minimizzazione che fa ufficialmente il Sindaco dei comportamenti sanzionati non fa ben sperare per il futuro. Ma quel che è più grave è che il Sindaco usa toni e argomentazioni che sembrano più adatti a una guerra personale o politica contro la Corte dei Conti da parte dell’Amministrazione Raffaelli che non ad una informazione ai cittadini. Se così fosse, perché i dipendenti comunali e i cittadini ternani dovrebbero essere costretti a combatterla? Sarebbe una guerra inutile e sciagurata, in grado di privare da un lato i dipendenti comunali della tranquillità necessaria per lavorare bene e dall'altra i cittadini delle normali aspettative di buongoverno.
In ogni caso è certamente sanzionabile dal punto di vista politico, e forse non solo, la scelta inaudita di spendere soldi pubblici per inviare la lettera ai cittadini, per propagandare argomentazioni del tutto pretestuose e, in sostanza, per disinformarli sull’accaduto.
Comunque, come a scuola, le lettere di giustificazione non possono diventare un’abitudine, perché altrimenti arriva immancabile la bocciatura, in questo caso la bocciatura sonora da parte degli elettori.

Paolo Cianfoni

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