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Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

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sabato 17 gennaio 2009

Circoscrizioni e coraggio

La vicenda delle circoscrizioni di Terni è un bel campo dove misurare il coraggio che viene profuso nelle scelte politiche e informative nella nostra città.
Il Centrodestra, di fronte alla necessità imposta dalla legge di mettere mano alle circoscrizioni a Terni (riduzione del numero dalle 9 attuali a massimo 3) ha tenuto conto di tre aspetti:
1) effettiva delega di poteri: i poteri sono scarsi, anzi praticamente nulli
2) significatività della ripartizione territoriale: abbastanza buona su 9, ma molto problematica su 3
3) valore agli occhi dei cittadini: i cittadini apprezzano il fatto di avere un ufficio decentrato per fare pratiche e certificati, ma non danno il medesimo valore alla funzione dei Consiglieri e dei Presidenti, anzi su questo risultano preminenti valutazioni sulla necessità di riduzione del peso della politica.
Il Centrodestra quindi ha fatto una proposta semplice: ha detto di lasciare il decentramento dei servizi ai cittadini ternani, in modo che gli abitanti di Piediluco o di Collestatte potessero continuare ad andare nelle attuali sedi decentrate per ottenere un certificato e avviare una pratica, ma di togliere il peso sul bilancio del Comune e sulle spalle dei cittadini delle indennità, di tutto rispetto, dei Presidenti di Circoscrizione e dei gettoni, in questo caso molto contenuti per la verità, delle decine di Consiglieri circoscrizionali. Quindi cancellare la parte politica delle Circoscrizioni e mantenere solo la parte relativa all’erogazione dei servizi ai cittadini.
Non si è trattato di una sottovalutazione del ruolo e del valore delle Circoscrizioni, ma, al contrario, di una equa valutazione dei reali poteri che decenni di demagogia della sinistra avevano assegnato a questi organi di decentramento. Erano diventati una specie di fauni, quegli esseri mitologici dal busto umano, ma con i piedi di capra e le corna, infatti così come sono a Terni sembrano degli “umani” organi di partecipazione, ma sul piano dell'amministrazione della cosa comunale sono delle "capre", cioè hanno un reale potere che è minore di quello di un'assemblea di condominio. Infatti le circoscrizioni a Terni svolgono quasi esclusivamente una funzione di informazione ai Consiglieri e a pochi cittadini, delle scelte comunali, rispetto alle quali danno dei pareri che sono rigorosamente "consultivi" (=il comune può allegramente fregarsene) e infatti il comune non li prende mai in considerazione, dubito perfino che qualcuno a Palazzo Spada li legga.
La proposta di cancellazione non significa non riconoscere la bontà dell'impegno che i consiglieri e presidenti di circoscrizione profondono nella loro attività. Questo impegno c'è ed è anche utile, ma ai partiti. Le circoscrizioni infatti finiscono per essere usate dai partiti per due funzioni: una buona, cioè come palestra dei giovani che si devono fare le ossa e una cattiva, cioè come parcheggio di quelli che non sono riusciti a "valorizzare" (=sistemare) altrove.
Il Centrodestra ha ritenuto con coraggio che i partiti potessero benissimo svolgere queste funzioni con i loro organi interni, cosicché con la cancellazione della parte "politica" delle Circoscrizioni si potesse dare una risposta concreta ai cittadini che vogliono una riduzione del peso della politica, come dicono alcuni una riduzione della "casta".
E si badi bene ho detto "coraggio", non in modo ipocrita, infatti basta una normale capacità di analisi e una minima dose di sincerità nell’informare le persone, per rendersi conto che i posti di Consigliere circoscrizionale sono per il Centrodestra, che è stato tradizionalmente all’opposizione a Terni, più importanti di quanto non lo siano per il Centrosinistra, che ne ha moltissimi altri e a tutti i livelli. Infatti così facendo il Centrodestra proponeva una soluzione che lo avrebbe messo nella condizione futura di avere “meno da offrire” a chi si avvicinava a lui. Per cui le semplificazioni del tipo “tanto adesso non ce li avete i posti da Presidente” sono, quello si, un modo di ragionare fazioso e ipocrita. E infatti questa proposta non è stata per il centrodestra “indolore”, ma ha creato un momento di crisi interna, che ha rischiato di investire la cosa più importante per il centrodestra: il rapporto con i nostri giovani.
Andiamo a misurare invece il coraggio del Centrosinistra: la maggioranza sul finire di mandato costretta dalla legge a scegliere se ridurre le circoscrizioni come numero oppure accettare la coraggiosa proposta del centrodestra di cancellarle mantenendo solo i servizi per i cittadini, che ha fatto?
Ha mantenuto la casta nel numero massimo consentito dalla legge: tre circoscrizioni. Ha lasciato, salvo generiche e future promesse, invariati i poteri sui livelli bassissimi che ho descritto.
Ma è sulla ripartizione territoriale delle nuove circoscrizioni che ha dato il meglio di sé: infatti è logico che dividere il territorio del Comune in sole tre parti, non riesce a rispondere efficacemente alle esigenze del territorio. Infatti tre sole circoscrizioni a Terni, non possono né rispondere all’esigenza reale delle ex municipalità, né rappresentare per i cittadini una aggregazione di valori territoriali significativamente diversa dall’approccio interamente comunale. In altre parole si può seriamente sostenere che le esigenze nell’amministrazione della cosa comunale (manutenzioni, strade, fogne, attività di socializzazione, sostegno alle iniziative culturali, ecc.) siano per i residenti di Piazza Tacito assimilabili a quelle dei residenti, per esempio, nella Valserra? Direi di no. Fare solo tre circoscrizioni, se fossero state sinceramente prese in considerazione le vocazioni territoriali, avrebbe al massimo significato, usando un po’ di buonsenso, creare una circoscrizione per il centro, una per la parte ovest (moderne aree industriali, apertura verso l’esterno, principalmente il Lazio) e una per la parte est (acciaierie, turismo, apertura verso l’esterno principalmente Umbria Nord, Marche).
Il Centrosinistra però ha scelto criteri diversi dal buonsenso: ha scelto il bilancino dei prevedibili risultati elettorali. Ha smembrato il centro città (troppo di centrodestra per essere una circoscrizione a sé stante) e ha diviso la torta in spicchi, senza alcun significato territoriale, ma massimizzando le sue possibilità di accaparrarsi le Presidenze.
Di fronte al Centrodestra cha ha fatto una scelta di coraggio, contro “la casta”, il Centrosinistra ha fatto una scelta di conservazione, per assicurarsi il maggior numero di posti.
Così facendo sono riusciti a trasformare definitivamente i "fauni" in … "capre".
E i cittadini di Terni? Che cosa sanno davvero di tutta questa storia? Siamo sicuri che qualcuno gliel’abbia raccontata così per come (secondo noi) è andata realmente?
Paolo Cianfoni

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