HOME non è mai politica attuale la parola dei profeti disarmati, ma in un popolo ci vogliono i politici attuali e i politici inattuali, e se i primi sono giudicati savi e i secondi matti, ci vogliono i savi e ci vogliono i matti, e guai ai popoli che hanno solo i savi perché spetta di solito ai matti porre e coltivare i germi della politica avvenire (B. Croce)
_______________________________
Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

Condividi su Facebook

martedì 20 gennaio 2009

Questa è la politica, baby!

Le primarie sono state un argomento che ha tenuto banco per mesi anche in vista delle ormai prossime elezioni 2009. Sono state introdotte in Italia dal Centrosinistra, presentandole come una trovata innovativa, che avrebbe riavvicinato le persone alla politica, raccontandoci in mille salse quanto sono importanti per la democrazia, quanto sono buoni e democratici, loro, ad utilizzarle, riconoscendo a questo che, in fondo, è solo uno strumento, un valore in sé.
Le primarie per la verità qualche volta sono state usate in alcuni territori anche dal Centrodestra. Il punto è che in ogni caso non hanno dato buoni risultati. Nel Centrosinistra a livello nazionale sono state fatte a candidato unico (primarie false?) e anche nei territori dove erano "primarie vere" hanno finito per creare più problemi di quanti ne abbiano risolti. Il punto è che non sono importanti le primarie, lo diventano se sono uno strumento di democrazia interna ai partiti. Quindi il valore è la democrazia, non le primarie. La cosa più intelligente che ho sentito sulle primarie l'ha detta uno dei nostri giovani, Nicola Zappitello: "Delle primarie non ci deve essere bisogno". Ha ragione Nicola, se un partito fa davvero il suo mestiere, individua delle proposte di candidatura condivise, con lo strumento che vuole. Ma tra i tanti strumenti quello delle primarie ha anche alcuni portati negativi, come quello di alimentare polemiche e contrasti interni a un partito, proprio alla vigilia di una campagna elettorale. Oltretutto in Italia hanno anche lo svantaggio(o il vantaggio) di accendere i riflettori proprio su una delle maggiori "vergogne" nazionali, i meccanismi di rinnovo della classe dirigente. E' come quando in pubblicità di promette una cosa che poi non si mantiene "il nostro tonno si taglia con un grissino", se poi i consumatori lo comprano e si rompono i denti, inizia subito la pubblicità negativa. In altre parole bisogna fare molta attenzione ad evocare le primarie se non si è nella condizione politica di mantenere la promessa di rimettere a un confronto numerico condiviso l'individuazione delle candidature. Invece in Italia le primarie vengono usate come una clava contro chi si vuole candidare: gli oppositori che se la vedono brutta sostengono il "valore" delle primarie, e spesso hanno in realtà una dannata fifa di contarsi davvero. Con il risultato che, una volta che l'odiata candidatura è tramontata, delle primarie non c'è più bisogno, anzi c'è un grande fuggi fuggi. I giornali di oggi, per esempio, sono pieni di dichiarazioni di tutti i partiti del Centrosinistra di Terni sul fatto che la candidatura di Di Girolamo va bene e che quindi è meglio non farle le primarie o farle a candidato unico.
Ma non sarebbe più onesto riconoscere che è il mestiere proprio dei partiti scegliere al loro interno le migliori candidature, con lo strumento che vogliono, perfino quello delle primarie. E che se questa scelta è davvero giusta saranno gli elettori a deciderlo. Le primarie sono come un giravite, che non è buono o cattivo in astratto, è buono solo se avvita la vite.
Il problema, secondo me, non sono le primarie, ma la qualità della politica.
Paolo Cianfoni

Nessun commento: