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Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

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lunedì 8 settembre 2008

C'è una storia

C'è una storia del Centrodestra ternano dimenticata anche dagli stessi esponenti del Centrodestra. Sembra quasi che le persone che hanno collaborato e determinato tra il 1993 e il 1997 una grande ed esaltante esperienza politica, oltre che una eccezionale stagione di rinascimento della nostra città, non vogliano ricordare o, peggio, abbiano subito gli eventi senza interrogarsi sulle reali cause e le reali dinamiche. Questo è davvero un peccato, perché la riflessione sui fatti e sulle proprie azioni è la base dell'esperienza, unico reale valore per migliorarsi. Non intendo minimamente accusare nessuno di non voler capire, anzi, sono convinto che nonostante non siamo abituati a ragionare così, il Centrodestra a Terni sia già ora in grado di proporre una classe dirigente con doti di competenza del tutto equivalenti a quelle del Centrosinistra e con in più maggiore coraggio, maggiore coesione, maggiore buona volontà, maggiore passione. Personalmente sono facilitato nell'analisi e nel ricordo degli avvenimenti del governo del Centrodestra della nostra città, dal fatto che li ho vissuti con una età che cominciava per 2 e quindi oggi, con una età che inizia per 4, non devo fare "difese d'ufficio" e mi sembra naturale partire dal presupposto che non rifarei molte delle cose che mi sono trovato a fare e a "sopportare" in quegli anni.
Il punto è che l'epoca Ciaurro, indipendentemente dai torti e dalle ragioni, è finita traumaticamente per il Centrodestra e quindi negli anni immediatamente successivi si è creato un comportamento tacitamente condiviso volto a non riaprire le ferite.
In questo modo però il Centrodestra ternano non ha mai fatto una analisi approfondita e un confronto sugli avvenimenti di quel periodo e non ha quindi una interpretazione condivisa. Oggi però che quegli avvenimenti sono del tutto superati dalla politica e spostati, per forza di cose, sul piano della riflessione culturale, forse sarebbe utile una maggiore puntualità di analisi.
Non stupisce pertanto che tra la gente si ascoltino spesso delle ricostruzioni molto lontane dalla realtà degli avvenimenti di quegli anni, stupisce invece che sostanzialmente anche sui giornali, perfino negli articoli di attenti osservatori politici, regni una grande confusione. Pertanto le note seguenti possono essere utili, se non all'interpretazione, almeno alla memoria.
Nel 1993 la coalizione civica che alla fine candidò Gianfranco Ciaurro si chiamava "Alleanza per Terni". Era la reazione alla crisi della politica di alcuni partiti (PRI e PLI), di alcune "correnti" (alcuni venivano da una esperienza nel PSI), di cittadini singoli che avevano vissuto con sdegno la stagione della tangentopoli ternana e avevano sentito la necessità di reagire con un impegno diretto, appunto di carattere civico e di altri, infine, che volevano portare l'esperienza delle professioni e del mondo del lavoro nella politica locale.

La formula era ispirata alla "Alleanza Democratica" di Ferdinando Adornato. Alleanza per Terni era realmente civica e quindi non era facilmente collocabile in una geografia destra-sinistra, ma le interpretazioni di alcuni che la volevano dipingere come una formazione di sinistra cozzavano fin dall'inizio con la chiarissima e dichiarata alternatività al sistema di potere della sinistra a Terni, con gli orientamenti di Alleanza Democratica, come la successiva evoluzione e collocazione delle posizioni di Ferdinando Adornato hanno dimostrato, con la stessa composizione della lista.
ApT, come veniva indicata in sigla, pertanto, possiamo dire che partiva da posizioni centriste ed era destinata a fondare il centrodestra a Terni. Non era una associazione, ma direttamente una lista civica che seguì un suo piuttosto lungo percorso che comprese la costituzione di un comitato operativo (come il libro di Walter Patalocco correttamente riporta) con le rappresentanze dei partiti e dei gruppi, una serie di confronti più o meno assembleari, prima svolti nella sede del PRI, poi con l'utilizzo di sale messe a disposizione da alcune parrocchie, la formazione della lista, la formazione di un gruppo di direzione costituitosi in "comitato politico" praticamente in coincidenza con la vittoria elettorale, che si occupò, tra l'altro, del problema della candidatura a Sindaco. In particolare le candidature ipotizzate erano due quella di Gianfranco Ciaurro e quella di Guido De Guidi. Solo questa formula (ApT+Ciaurro) è risultata vincente, tutte le altre formule civiche, che sono state elaborate nelle elezioni successive, hanno fallito.
Il successo di ApT dipese, certamente dal profilo eccezionale della candidatura di Ciaurro e dalla estrema debolezza della sinistra per le note vicende giudiziarie e politiche, ma anche dal fatto che si inserì in un travaglio evidente del mondo cattolico cittadino. La DC, che a quelle elezioni candidò a Sindaco l'On. Renzo Nicolini, usciva da troppi anni di opposizione sostanzialmente consociativa (tradizionalmente svolgeva il collegamento tra le istituzioni locali sempre guidate dalla sinistra e il governo centrale), per poter convincere gli elettori in una fase in cui la priorità, vissuta addirittura con integralismo, era il rinnovamento. Questa insufficienza della DC era sentita anche all'interno del mondo cattolico da rilevanti esponenti democristiani che si differenziarono e, in particolare, da Stefania Parisi, che si candidò a sindaco dando vita a un'altra lista civica centrista che partecipò a quelle elezioni: l'Unione Civica.
Un altro elemento importante nel successo di ApT fu la conoscenza, indotta certamente da Ciaurro, del reale funzionamento dei meccanismi politici ed elettorali della nuova legge con ballottaggio. Ciaurro infatti superò Nicolini, guadagnando il ballottaggio, non fece apparentamenti di sorta, nemmeno con il MSI che aveva candidato la compianta Sen. Antonella Baioletti e sconfisse un candidato Sindaco della sinistra di indubbio valore, capacità e qualità politiche e personali, il Sen. Franco Giustinelli.
In sostanza ApT vinse perché seppe incarnare il cambiamento agli occhi dei ternani, cambiamento desiderato dagli elettori di Centrodestra, ma anche da elettori del Centrosinistra e della Sinistra anche estrema.

ApT in realtà non riuscì mai ad esistere come soggetto politico autonomo, perché si trovò subito stretta tra la nascita di Forza Italia e la identificazione agli occhi degli elettori con l'amministrazione Ciaurro. Il Centrodestra quindi affrontò le successive elezioni senza un soggetto politico centrista di riferimento: FI a Terni non era stata consolidata (era ancora politcamente "acerba", non aveva un gruppo consiliare, era sempre stata tenuta molto lontana formalmente e sostanzialmente dall’Amministrazione Ciaurro), mentre ApT si dissolse di fatto già prima della fine della consiliatura.
In effetti Ciaurro nel 1993 portò alla vittoria una lista civica che lui aveva trovata già pronta.

Proprio di questo si lamentò pubblicamente quando in occasione delle elezioni del 1997 ideò la formula e i contenuti della nuova formazione civica "Terni libera" (ai giornalisti che gli chiedevano "libera da che?" gli rispondeva "libera dai rossi"). In quelle elezioni AN presentò una propria lista collegata con Ciaurro, FI, invece, non si presentò, ma inserì candidati all’interno di Terni libera. Gianfranco Ciaurro scelse personalmente tutti i candidati di Terni Libera, proprio per marcare la differenza con ApT.
Non concluse accordi con il CCD al primo turno, che infatti candidò a Sindaco Francesco Renzetti, il collegamento Ciaurro-CCD si realizzò solo al ballottaggio. La tecnica elettorale dimostra in modo inconfutabile che il CCD non ebbe alcuna responsabilità nel fatto che non scattò il premio di maggioranza (cosiddetta anatra zoppa), infatti la sinistra ottenne più del 50% dei voti, quindi tutti gli altri, anche se fossero stati tutti collegati, avrebbero raccolto sempre meno del 50%. La valutazione puramente politica se una Terni Libera unita fin dal primo turno con il CCD avrebbe convinto anche elettori di sinistra o astenuti a sostenere il centrodestra, oppure se invece questo comportamento del CCD abbia convinto alcuni delusi da Ciaurro a votare comunque per il centrodestra è destinata a rimanere per sempre nel mondo dei "se". Inoltre nell'area centrista esisteva anche un'altra lista civica non collegata con Ciaurro, né al primo, né al secondo turno.
Terni Libera perse le elezioni, Ciaurro sarebbe stato riconfermato senza poter disporre della maggioranza del Consiglio Comunale, questo metteva di fatto nelle mani dei consiglieri di sinistra il potere di interrompere la consiliatura almeno due volte l’anno: nella votazione di assestamento del bilancio e nella votazione di approvazione dello stesso. Quindi era chiaro che la consiliatura si sarebbe interrotta prima della scadenza del mandato.

Terni libera fu un fallimento prima politico e poi elettorale, perché era nata con il preciso intento di evitare la presentazione del simbolo di FI, di regolare i conti con il CCD e di portare comunque Ciaurro alla vittoria con una maggioranza di consiglieri. Centrò solo il primo obiettivo, ma che quello fosse un obiettivo desiderabile è tutto da dimostrare.
Nel 1999 candidato Sindaco per il Centrodestra era Enrico Melasecche, il vicesindaco uscente. Collegate con Melasecche c’erano cinque liste tre politiche (FI, AN, CCD), due civiche: Terni Insieme e Terni Giovani. Erano tutte liste di centrodestra, in particolare le liste civiche erano state pensate dai partiti per uno scopo preciso, Terni Giovani doveva attrarre il voto dei giovani, e Terni Insieme doveva essere la lista civica propria del candidato Sindaco allo scopo di conferirgli un aspetto meno schierato (il “sindaco di tutti”) e per intercettare il voto della sinistra. In questo senso Terni Insieme fu un autentico fallimento, perché a giudicare dai dati elettorali, il suo apporto di provenienza dagli elettori di sinistra fu molto modesto, se non inesistente, mentre cannibalizzò i voti del Centrodestra, in particolare di FI.
Ricordare la nostra “storia” è utile per evitare di commettere ancora gli stessi errori. La storia delle liste civiche a Terni dimostra, se ce n’era bisogno, che solo le iniziative sufficientemente autonome e portatrici di un proprio valore agli occhi degli elettori possono realmente aspirare alla vittoria.
Inoltre non è mai utile ricalcare strade già percorse, anche se hanno portato al successo in passato: è molto meglio aprirne di nuove. Ma se l’area civica a Terni non riesce proprio a fare a meno di un modello ne scelga almeno uno vincente: guardi semmai ad Alleanza per Terni e alla sua eccezionale capacità di rispondere a quelle che erano allora le domande diffuse degli elettori.
Paolo Cianfoni

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