La politica culturale del Comune di Terni non perde occasione per dimostrare la sua inutilità e il suo provincialismo. Lo spettacolo finale di "Es Terni" il "festival del teatro contemporaneo" organizzato dal Comune di Terni, che già dal nome dimostra una grande scarsità di idee, si è concretizzato in performance degli attori che hanno urinato e vomitato sul palco.
Come riportava il programma si voleva far riflettere gli spettatori "sull'importanza di creare qualcosa di cui nessuno ha bisogno": il punto non è lo "scandalo" che provoca lo spettacolo, il punto è l'esatto contrario, cioè che è più di un secolo che di fronte alla chiusura e alla volontà di non capire delle cosiddette società benpensanti, gli artisti sono ricorsi all'utilizzo di urina ed escrementi per scioccare e mettere in crisi questo modo di pensare. Ma oggi che le società benpensanti non esistono più, che in tv e più ancora su internet questi atti sono all'ordine del giorno e non sono più provocazioni, essi non possono più avere alcun contenuto artistico, sono al massimo la trovata furbesca di un autore cronicamente a corto di idee per spillare soldi ad assessori altrettanto a corto di idee e pervasi di provincialismo.
La pietra tombale sulla presunta "provocazione" l'hanno messa gli spettatori che, come risulta dalle cronache, hanno appunto applaudito e non si sono scandalizzati.
Lo scandalo non sta nello spettacolo, lo scandalo sta nel fatto che il comune di Terni non riesce ad esprimere nessuna politica culturale degna di questo nome e finanzia con i soldi dei cittadini cose come questa.
Paolo Cianfoni
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