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Grandi menti parlano di idee, menti mediocri parlano di fatti, menti piccole parlano di persone. (E. Roosevelt)

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domenica 4 maggio 2008

"Considerazioni sul degrado e sullo spirito civico" di Paolo Cianfoni

Il degrado è un concetto ampio che riguarda soprattutto le condizioni di vita degli abitanti di un centro urbano e attiene ai fattori sociali, ai fattori ecologico-ambientali, al livello e alla qualità dei servizi pubblici erogati, primo fra tutti il servizio di “governo” del Comune, ma anche alla sicurezza, alla salute, alla disponibilità di lavoro e quindi dei fattori della produzione e delle capacità imprenditoriali.
E’ ovvio che in questo concetto ampio rientra anche, non essendone comunque la parte principale, l’attenzione alle manutenzioni, la qualità dell’arredo urbano, il rispetto dei luoghi e delle elementari norme di convivenza, la capacità di attrazione turistica e commerciale. In altre parole i temi che spesso sono associati, anche se con una palese semplificazione, allo "spirito civico".Fare opposizione non significa né qualunquismo, né mettere in luce sempre e comunque gli aspetti negativi, ma sarebbe al contrario un sostenitore cieco e fazioso della maggioranza chi non riconoscesse con obiettività, che l’incuria, la trasandatezza che sono evidenti nello “stile” negativo di amministrazione che è ormai caratteristico del Comune di Terni sta piano piano facendo breccia nello “stile” di vita dei Ternani, che non sono per loro natura molto esigenti e che si stanno “rassegnando” all’incuria.

E invece no.

Occorre richiamare tutti ad essere maggiormente esigenti sulla qualità dell’amministrazione, occorre pretendere maggiori capacità e maggiori competenze, solo così si può vincere la “sfida della qualità”, che è di fronte alla nostra città. In questo senso anche i dettagli sono importanti se vogliamo fare della nostra città un bel luogo in cui vivere, un bel luogo in cui far crescere i nostri bambini e un bel luogo da visitare. Non è solo amore civico, è questo il campo proprio dello sviluppo locale, che è competizione tra i territori. Se lo mettano bene in testa i tanti pseudo-intellettuali locali che preferiscono trovare alibi al non fare, al non amministrare bene, in generiche quanto datate e sbagliate critiche al mercato. Mentre i nostri amministratori si permettono il lusso di ragionare dei massimi sistemi senza lavorare efficacemente per la comunità, altre città, amministrate sia da giunte di centrodestra che di centrosinistra, realizzano infrastrutture, migliorano la sicurezza, organizzano centri di eccellenza nella salute e nell’istruzione, rendono reperibili localmente a prezzi vantaggiosi i fattori della produzione. In altre parole altre città competono e si attrezzano a vincere la sfida, mentre Terni è ferma, drammaticamente ferma.

La tolleranza - diceva un grande liberale come Giovanni Malagodi - è un concetto limitato per sua natura, essa infatti non può mai spingersi fino alla tolleranza degli intolleranti. Chi non capisce questo, oltre a non avere idea del liberalismo e del ruolo dello Stato nelle società moderne occidentali, non è culturalmente in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza, di salute, di lavoro che sono espresse dalla gente.

La tolleranza è un valore primario che è alla base delle società occidentali, in questo concetto non rientra affatto la tolleranza di chi delinque, la tolleranza dell’incompetenza e del cinismo di chi specula sulla salute delle famiglie, la tolleranza del malgoverno di una burocrazia inutile e inconcludente che non amministra e non crea le condizioni per trovare lavoro.

E’ per questo che nell’amministrazione della cosa pubblica anche i dettagli sono importanti e per questo che una città che accetta con rassegnazione l’invasione di scritte idiote sui muri, poi è portata ad accettare con rassegnazione, come inevitabile, l’evidente incremento della delinquenza, poi magari finisce per accettare una molto preoccupante incidenza tumorale e, infine, potrebbe "giustificare" anche amministratori che la tengono in uno stato di degrado

Occorre serenamente, ma fermamente, dire basta.
Paolo Cianfoni

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